AlpinismoAlta quota

Everest, partito il tentativo di vetta

È cominciato questa mattina il tentativo di vetta all’Everest della squadra di Alex Txikon e Tashi Lakpa Sherpa. L’obiettivo di oggi del basco dovrebbe essere quello di salire direttamente a C2, 6400 metri, ultimo campo allestito durante le rotazioni precedenti. Al momento però il tracker posiziona l’alpinista da ore a campo 1. L’intenzione è quella poi di procedere verso l’alto tentando di raggiungere la quota di campo 3 salendo dalla variante individuata dal basco per evitare la zona della parete sud-ovest del Lhotse soggetta a scariche di pietre.

Un’ ulteriore informazione è che la squadra di Alex sta portando in quota ossigeno supplementare. Secondo quanto riferito dallo stesso basco, le bombole potrebbero essere utilizzate solo a Nurbu e Tenzen Lama oltre campo 4. Sarà una scelta dei due sherpa, malgrado Txikon li abbia esortati a provarci senza.

Per tutti è l’ultimo tentativo: i permessi di scalata per la stagione invernale in Nepal terminano il 29 febbraio.

Le difficoltà di Txikon

L’arrivo della spedizione nepalese, che proverà a fare il record di velocità di salita invernale dell’Everest, è stato provvidenziale per Txikon. Si scopre infatti oggi che le defezioni non riguardavano solo Oscar Cardo e Jonatan García, ma anche la componente sherpa del team: Mingma se ne era già andato una settimana fa, Pechhumbe è ammalato da giorni e Nurbu inizia ad essere molto stanco. La buona notizia è che l’elicottero che ha portato il team di Tashi al CB ha dato un passaggio anche a Furba e Cheppal, sherpa che erano in forza alla spedizione dell’Ama Dablam. Id due potranno dare una mano fino a campo 2, essendo la loro acclimatazione non più sufficiente a proseguire oltre.

Un bel colpo di fortuna inaspettato per Alex, che altrimenti difficilmente avrebbe potuto continuare la spedizione. “Tutti pensano che saranno loro a trarre vantaggio dal nostro lavoro” ha commentato il basco circa l’arrivo del team nepalese, ma ha aggiunto: “Perché non dovrebbe essere il contrario? Certo, abbiamo lavorato duramente e abbiamo attrezzato la Khumbu IceFall innumerevoli volte con le pietre che cadevano come proiettili. Ma come il 26 febbraio 2016, quando abbiamo raggiunto la cima del Nanga Parbat per la prima volta in inverno e io e Ali Sadpara avevamo fatto il 90% del lavoro sulla via, abbiamo comunque dato l’opportunità a Simone Moro e Tamara Lunger, ora faremo lo stesso. Non sono io a porre il veto a nessuno, l’Everest non è mio e non appartiene a nessuno. Cercheremo di collaborare: una squadra più grande ha più possibilità“.

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