Alta quota

Lhakpa Sherpa, la lavapiatti che ha scalato 9 volte l’Everest

Si tiene lontana dal mondo social e nella vita di tutti i giorni fa la lavapiatti in un ristorante del Connecticut. Nel suo curriculum ci sono però nove salite all’Everest, che le conferiscono il record mondiale femminile di salite alla più alta montagna della terra. Stiamo parlando di Lhakpa Sherpa, alpinista 45enne originaria del Nepal che dal 2002 vive negli States crescendo da sola tre figli: due bambine e un bambino.

Nata in un villaggio ai piedi del Makalu la sua vita è profondamente legata alle montagne di casa, quelle che superano gli ottomila metri e che per noi occidentali rappresentano un primato da raggiungere, un obiettivo da conquistare. Chi si approccia a queste montagne lo fa spesso con finanziamenti e sponsor, con attrezzature in regalo da aziende ed enti. Nel caso di Lhakpa la situazione è ben diversa, non è una storia di alpinismo sponsorizzato di ricerca del proprio limite o di sogni da realizzare. “L’arrampicata è la mia vita d’uscita. È l’unico modo che ho per garantire una vita migliore alle mie ragazze” confessa in un’intervista a The Guardian.

Scala per passione si, ma per arrotondare organizza spedizioni sul tetto del mondo, porta occidentali a vivere il loro sogno d’aria rarefatta. Con quei soldi ci manda avanti la famiglia e permette ai figli di studiare crescendo in una situazione economica sicuramente migliore di quella in cui è cresciuta lei.

La montagna come salvezza

Cresciuta in un povero villaggio nepalese ha imparato fin da piccola a cavarsela con quel poco che aveva a disposizione, una condizione che probabilmente ha contribuito a costruire il suo carattere determinato e fiero. “In montagna sono brava, vado ma so che tornerò” spiega. “Devo tornare”. A scalare ha imparato con i suoi fratelli e il suo primo approccio con l’altissima quota risale allo scoccare del ventunesimo secolo, quando raggiunse per la prima volta la vetta dell’Everest divenendo la prima donna nepalese ad aver salito la montagna tornando viva al campo base (la prima nepalese in vetta all’Everest fu Pasang Lhamu Sherpa nel 1993, ma perì durante la discesa). Da quel momento non si è più fermata raggiungendo nuovamente la cima nella montagna nel 2001, 2003, 2004, 2005, 2006, 2016, 2017 e 2018.

Nel corso degli anni, salita dopo salita, la sua vita è cambiata. Ai piedi di Sagarmatha, come i locali chiamato il tetto del mondo, Lhakpa conosce quello che diventerà il suo futuro marito. Con lui si trasferisce negli Stati Uniti e inizia una nuova vita. Una parentesi apparentemente felice che ben presto sfocia nella violenza domestica. Lui è un violento e la picchia più volte, la prima volta proprio ai piedi di quella montagna che per lei significa così tanto. Nel 2012 arriva il divorzio e la rinascita della donna, anche se rimane senza sostegni economici e con tre figli da crescere. Ci si arrangia allora con quel che può, con i lavori più svariati e accompagnando qualche spedizione commerciale sulla più alta montagna del pianeta. L’allenamento è relegato ai momenti liberi, ma continua determinato. Se vuoi portare dei clienti in vetta non basta saper scalare, devi essere lucido sempre. Devi allenarti e prepararti costantemente.

La sua è una storia di determinazione e amore per la vita, di voglia di rivincita. Non stiamo parlando di stile, di utilizzo o meno dell’ossigeno, ma della forza di volontà di una donna che forse meriterebbe qualche attenzione in più nel mondo dell’alpinismo internazionale.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Complimenti davvero.
    Una donna che nonostante dei momenti a dir poco drammatici ha saputo risollevarsi (cosa può fare l’amore per i figli…).
    Una grande !!
    Speriamo sia lo spunto per altre persone che stanno passando una fase difficile della vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close