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PNALM. L’orsa Barbara a supporto del programma di salvaguardia dell’orso marsicano

I tecnici del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), impegnati nella salvaguardia dell’orso marsicano, avranno nei prossimi mesi proprio un orso ad aiutarli. Si tratta di Barbara, un’orsa di 5 anni che pesa circa 120 chili, che è stata dotata negli scorsi giorni di un radiocollare GPS, strumento che consentirà di monitorarne gli spostamenti.

Perché un orso con radiocollare dovrebbe essere considerato un aiutante nella campagna di difesa di questa fragile specie appenninica? Perché nel suo spostarsi entro le aree del PNALM, Barbara fornirà agli esperti una serie di dati etologici, ovvero informazioni sulle sue abitudini, e al contempo evidenzierà le criticità incontrate lungo il percorso. Dettagli che consentiranno di comprendere come meglio muoversi per favorire la sopravvivenza e la propagazione della specie all’interno dell’areale.

Barbara sarà monitorata fino al letargo. Dopo la pausa invernale si risveglierà per intraprendere la stagione riproduttiva primaverile e chissà che, con un po’ di fortuna, non si possa anche vederla un giorno madre di nuovi cuccioli.

Barbara, catturata per golosità

L’orsa è stata ricatturata nei giorni scorsi nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio (RNRMGAG) non per caso. A seguito di un attento monitoraggio ne era stata rilevata la presenza nei boschi sopra Pettorano sul Gizio. Un luogo d’elezione per plantigradi in fase iperfagica come Barbara. Ricorderete che in vista del letargo gli orsi marsicani sono molto golosi di ramno e altri frutti selvatici, altamente nutrienti, in grado di preparare le riserve per il lungo inverno.

Guardare ai confini del Parco con gli occhi di un orso

I suoi spostamenti nelle aree del Parco saranno di supporto alle attività di conservazione e gestione del PNALM perché daranno ai tecnici un punto di vista nuovo. Quello di un orso, che cerca cibo e luoghi sicuri, senza considerare i confini amministrativi regionali o la differenza tra Parco e Riserva. Un plantigrado che richiede dunque una forte sinergia tra coloro che amministrano i differenti territori interessati dal suo passaggio.

“La cattura di Barbara è il frutto, l’ennesimo, di una buona sinergia tra alcuni dei principali Enti preposti alla tutela ed alla conservazione dell’orso marsicano su scala vasta, pensata, organizzata, e realizzata tra i tecnici del PNALM, che avevano monitorato e catturato l’orsa già una prima volta, in un contesto di particolare difficoltà a Villetta Barrea, quelli della RNRMGAG, che hanno rilevato la presenza dell’orsa e l’hanno monitorata nelle scorse settimane, e quelli del PNM, che hanno gestito la cattura, e l’applicazione del radiocollare, in collaborazione con i tecnici della Riserva”, si legge nel comunicato ufficiale del PNALM. “Una sinergia che ha portato frutti e che rappresenta solo uno dei risultati dell’intensa e proficua attività di collaborazione tecnico-istituzionale che i tre Enti hanno messo in campo, dalla Rete di Monitoraggio dell’Orso bruno marsicano in Abruzzo e Molise alla diffusione capillare di sistemi di prevenzione dei danni, dai gruppi di intervento al coordinamento delle ricerche scientifiche, un sistema di supporto vicendevole e duraturo che mira a consolidare le condizioni migliori possibili per la sopravvivenza dell’orso in un areale che, finalmente, sembra essere in graduale espansione”.

Obiettivo “2 x 50”

La sinergia auspicata dal PNALM risulta essenziale per raggiungere un obiettivo complicato ma non impossibile: il raddoppio della popolazione di orso marsicano entro il 2050. Il WWF Italia ha dedicato a tale proposito una campagna dal titolo “Orso 2×50”.

Stando alle stime dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) gli orsi marsicani sono ad oggi solo 50. Il numero di orsetti di cartapesta portati dal WWF a Roma per lo scenografico flashmob della scorsa settimana. Poche decine di esemplari distribuiti su un areale di poco più di 4.000 chilometri quadrati all’interno del territorio del PNALM. Dati che hanno portato a dichiarare la specie in “pericolo critico”.

“Se non agiamo subito la specie è destinata all’estinzione”, dichiarano dal WWF.

Raddoppiare la popolazione. Come?

Il WWF ha le idee chiare su come raggiungere l’obiettivo “2×50”. Sono 5 i punti essenziali del progetto per la salvaguardia del mammifero appenninico, realizzabili con il sostegno delle Istituzioni.

  1. Indicazione da parte del Ministero dell’Ambiente nella Direttiva annuale di una serie di attività dirette alla conservazione della biodiversità.
  2. Proposta di una legge speciale da parte di Governo e Parlamento per la realizzazione di una rete ecologica per l’orso con budget di 6 milioni di Euro da stanziare in 3 anni.
  3. Istituzione da parte dei Parchi Nazionali  delle Aree Contigue previste dall’art. 32 della Legge quadro n. 394/1991 per contribuire alla creazione della Rete ecologica Italiana nell’Appennino Centrale a tutela della specie.
  4. Impegno da parte delle Regioni nel definire intese con i Parchi Nazionali al fine di istituire le Aree Contigue. Emanazione da parte dei Comuni che ricadono all’interno dell’areale potenziale dell’orso marsicano di opportuni regolamenti per mettere in sicurezza le possibili risorse di cibo, quali aree di accumulo di rifiuti, stalle e pollai in aree abitate, limitando così l’insorgere di episodi di “orsi confidenti”.
  5. Promozione di progetti LIFE all’interno del Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano e inserimento di fondi comunitari (quali PAC e fondi strutturali e di coesione) per attivare misure specifiche di tutela della specie.
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