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Amatrice, nasce la Casa della Montagna

Anche ad Amatrice si può far festa. Domenica scorsa, nella cittadina laziale devastata dal terremoto del 2016, centinaia di persone hanno partecipato alla festa per la fine dei lavori della Casa della Montagna, la struttura voluta dal CAI per accogliere gli appassionati di montagna, e per contribuire al rilancio turistico della zona compresa tra i Monti della Laga e i Sibillini. 

La prima pietra della Casa era stata posata l’11 dicembre 2018. Ieri sono state celebrate la fine dei lavori e l’inaugurazione della palestra indoor di arrampicata, disegnata dal climber laziale Armando Onorati. A novembre la struttura diventerà pienamente operativa. Sono venuto per la prima volta ad Amatrice pochi giorni dopo le scosse del 24 agosto” ha ricordato Vincenzo Torti, presidente generale del CAI. “Marco Salvetta, all’epoca presidente della Sezione di Amatrice, mi ha detto subito che per far rinascere la cittadina ci voleva una Casa della Montagna. Eccola qui”. 

Per far nascere una struttura come questa, lo sforzo della sede centrale e delle strutture locali del CAI non bastava. Un contributo fondamentale, anche dal punto di vista finanziario, è arrivato dall’ANPAS, l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze. “Avevamo qualche soldo e lo abbiamo condiviso, collaboriamo con il CAI dal 1928, il nostro è un esempio di contaminazione positiva” ha ricordato Fabrizio Pregliasco, presidente dell’ANPAS, nel suo intervento. “La Casa dev’essere un punto di riferimento per la gente di Amatrice, per chi vuole tornare dopo il sisma, per chi ama la montagna e arriva fin qui da lontano” ha concluso Vincenzo Torti.  

Qui c’era la scuola media del paese, ora c’è una scuola nuova, fatta di solidarietà e contenuti. Ci auguriamo che sia ancora più utile della precedente” ha detto Massimo Bufacchi, vice-sindaco di Amatrice. “Abbiamo creduto nel progetto dall’inizio, nei giorni più difficili per la nostra comunità” ha aggiunto Sergio Pirozzi, sindaco nei giorni del terremoto e oggi consigliere regionale del Lazio.

Più che dagli interventi ufficiali, la giornata è stata segnata dalla partecipazione e dal sorriso. Insieme ai soci CAI del Lazio e delle regioni vicine (presenti in forze le sezioni di Amatrice, Antrodoco e Monterotondo) c’erano uomini e donne del Soccorso Alpino e tutti i presidenti regionali del CAI, che si erano riuniti il giorno prima all’Aquila. Numerosi gli amministratori dei Comuni vicini da Cittareale a Leonessa. 

Dalle 9 di domenica, decine di persone hanno inaugurato la palestra indoor di arrampicata, e per qualcuno è stata la prima volta. Sonia Reppucci, disabile e socia del CAI di Monterotondo, ha testato una delle due joëlette in dotazione alla Casa della Montagna con una passeggiata intorno alla struttura, accompagnata da una decina di soci. Alla fine della mattinata si è conclusa davanti alla Casa della Montagna la suggestiva rievocazione della transumanza. Circa 150 pecore, precedute da cavalieri, da donne e ragazzi in costume e da un gruppo di musica popolare, e accompagnate dai pastori, sono partite da Cardito e hanno raggiunto dopo qualche ora di marcia Amatrice. Poi il gregge, di proprietà del pastore Silvestro Scialanga, ha proseguito in camion il suo viaggio verso Ardea, nella campagna laziale, dove resterà per l’inverno. 

Nelle prossime settimane i soci del CAI di Amatrice, con il loro presidente Franco Tanzi e gli amici delle altre sezioni del Lazio, dovranno completare gli arredi della Casa della Montagna. Un compito che non dovrebbe porre particolari problemi. Più impegnativo, soprattutto nei mesi più freddi dell’anno, sarà riempire di contenuti il progetto. Il successo degli eventi del ciclo “Montagne in movimento”, con ospiti come Erri De Luca e Manolo, dimostra che da questo punto di vista i soci di Amatrice hanno ben poco da imparare. 

Su altri temi, le cose sono più complicate. “Ora da Amatrice deve nascere un Sentiero della Solidarietà, verso gli altri centri del cratere” ha detto davanti alla Casa della Montagna l’ex-sindaco Sergio Pirozzi. Ha ragione, ma forse ha dimenticato che da qui passano già due trekking solidali, il Sentiero Italia CAI che è stato modificato per toccare Amatrice, e il Cammino delle Terre Mutate che collega da qualche anno Fabriano con L’Aquila. La sfida, per noi, non sta nel disegnare un nuovo percorso, ma nel far crescere questi due itinerari ideati e gestiti da associazioni (il CAI e Federtrek) che comunicano poco. 

Un altro problema da risolvere è quello delle strade. I due tracciati che salgono da Amatrice verso l’inizio dei sentieri della Laga (uno sale alle Macchie Piane, l’altro al Sacro Cuore) sono stati risparmiati dal sisma, ma si sono degradati negli anni, e sono quasi impercorribili per le auto normali. La loro chiusura spingerebbe molti escursionisti verso altre zone, riducendo l’utilità della Casa della Montagna. Sappiamo bene che ad Amatrice e dintorni ci sono molti problemi più gravi da risolvere. Ma non dovrebbe essere difficile, per la Regione Lazio o il Comune, trovare i fondi necessari per degli interventi così semplici. 

Potrebbe pensarci anche il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, di cui la zona fa parte. Invece non lo fa. E l’assenza di rappresentanti del Parco all’inaugurazione della Casa della Montagna di Amatrice è stato un segno di abbandono che addolora.     

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