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Gabor Rakonczay, di corsa da Genova al Monte Bianco

Il runner ungherese Gabor Rakonczay si aggiunge alla lista di appassionati di endurance che, in questa estate, hanno deciso di intraprendere una sfida “From Zero to Monte Bianco”. Per lui però niente bici. Partendo dalla spiaggia di Genova, sulla scia di Nico Valsesia e ancor prima di Marino Giacometti, ha affrontato interamente di corsa 363 km e 9.000 metri di dislivello positivo fino a toccare la vetta più alta dell’arco alpino.

Tempo netto di marcia: 55 ore e 20 minuti. Nessun record, non era questo l’obiettivo dell’atleta ungherese. Semplicemente la realizzazione di un piccolo sogno, dal titolo “Sea2Summit”. Una avventura che rappresenta solo una sfida preparatoria a progetti decisamente più complessi, che lo vedranno protagonista in Antartide. Gabor è difatti un atleta estremo, il primo ungherese ad aver raggiunto il Polo Sud lo scorso gennaio e primo uomo ad aver attraversato l’Atlantico in canoa, nel 2012.

Meteo vs determinazione

Sono stati necessari 7 giorni per portare a termine l’impresa di Gabor. Avrebbero potuto essere teoricamente 6 se non fosse stato costretto a un giorno di sosta a causa del maltempo.

Le tappe

  • 23 luglio – Giorno 1: 96 km e 933 m di dislivello positivo affrontati di corsa tra Genova e Asti. Condizioni termiche proibitive tra 35°C di minima e 44°C di massima. Tempo di percorrenza: 10 ore e 46.
  • 24 luglio – Giorno 2: 105,1 km di corsa tra Asti e Susa. Seconda giornata di caldo estremo.
  • 25 luglio – Giorno 3: 72 km di corsa tra Susa e Val d’Isère. Una giornata di saliscendi tra Italia e Francia, con raggiungimento dei 2.764 m del Col de l’Iseran. Il sole cede il posto alla grandine.
  • 26 luglio – Giorno 4: Val d’Isère – St. Gervais-les-Bains, 73 km di corsa fino ai piedi del Monte Bianco. Una giornata di grandine e pioggia che ha trasformato i torrenti di montagna in fiumi di fango. “Una lotta memorabile”, si legge sulla pagina Facebook di Gabor.
  • 27 luglio – Giorno 5: St Gervais-les-Bains – Refuge du Tete Rousse (3.187 m), 21 km.
  • 28 luglio – Giorno 6: stop forzato causa maltempo.
  • 29 luglio – Giorno 7: ore 8.09 arrivo in vetta al Bianco.

Il meteo nemico

Il meteo sembra rappresentare davvero il solo ostacolo in grado di bloccare questi atleti in volata, carichi di energie e determinazione, per i quali la fatica davvero sembra non esistere. Pochi giorni dopo l’impresa dell’ungherese, la stessa sorte è toccata al trentino Alessandro Forni. Partito in sella alla sua bici alle ore 18 del 1 agosto dalla spiaggia di Genova Voltri con l’ardito obiettivo di battere il  record mondiale di massimo dislivello attivo nelle 24 ore, detenuto dal 2013 da Nico Valsesia, ha pedalato tutta la notte, affrontando già in terra piemontese i primi temporali. Lo scenario cui si è trovato di fronte in Valle d’Aosta non è apparso migliore ma, nonostante tutto, ha deciso di proseguire nella sua salita fino al Rifugio Gonella, raggiunto alle ore 8:47 del 2 agosto, dopo 14 ore e 32 minuti no stop. Qui ha deciso di porre fine, per quest’anno, al suo sogno. Troppo alto il rischio da correre per sé e le guide con una perturbazione già in corso e in netto peggioramento sulla montagna.

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