Alta quota

Carlos Soria in vetta al Pik Lenin

A una settimana dalla partenza per il Kirghizistan, Carlos Soria è già arrivato in vetta al Pik Lenin (7.134 m). A dimostrazione che né l’età né la nuova protesi al ginocchio possano arrestare la passione per l’alta quota del vispo ottantenne. Insieme a lui in vetta la mattina del 1 agosto anche i due amici Pedro Nicolás e Javier Garrido.

Un ottimo risultato a meno di un anno dall’intervento al ginocchio dello scorso ottobre. Ma dopotutto Soria lo aveva dichiarato in fase di partenza: il Pik Lenin è uno dei settemila più facili che esistano. Per uno come lui.

Decisamente prova superata per la partenza con destinazione Dhaulagiri (8.167 m), prevista per fine agosto.

Il Pik Lenin, un risultato inatteso per il Dott. Leyes

Il Dott. Manuel Leyes, che ha eseguito l’operazione al ginocchio di Carlos Soria, si è detto sorpreso dalla sua rapida ripresa post operatoria. In una intervista rilasciata alla rivista spagnola Desnivel ha spiegato che simili operazioni, con impianto di una protesi al ginocchio, vengono eseguite allo scopo di assicurare al paziente una vita quanto più normale. Nella normalità non vengono fatte rientrare imprese eccezionali come salite alpinistiche di settemila o ottomila metri. Più in generale non ci si aspetta che il paziente possa dedicarsi a sport di alto livello. E questo discorso vale a ogni età. Figuriamoci a 80 anni. Carlos è decisamente un pioniere delle protesi al ginocchio in alta montagna.

Non devono essere stati facili i mesi passati per Soria, che si è dedicato anima e corpo all’allenamento in vista del ritorno sulle pareti himalayane. Ma il suo rapporto con il dolore, che di certo ha accompagnato la sua convalescenza, è ben consolidato. I problemi al ginocchio operato risalgono infatti a una caduta sugli sci degli anni ’70. Un bel lasso di tempo in cui l’alpinista spagnolo si è abituato a convivere con il dolore, fino a che l’età non ne ha determinato un acuirsi insostenibile.

Il Pik Lenin sarà anche tecnicamente poco complesso, ma per certo Carlos ci ha regalato nuovamente un esempio di quanto la forza di volontà e la perseveranza consentano di raggiungere i propri obiettivi. Ora ha davanti a sé un mese non certo di riposo, ma di allenamento. A fine agosto lo vedremo partire alla volta del Dhaulagiri in compagnia di Sito Carcavilla e Luis Miguel Soriano. Se riuscirà a realizzare anche questa impresa, la sua lista di Ottomila salirà a 13. Non resterà che puntare a conquistare anche l’ultimo: lo Shisha Pangma (8.013 m).

 

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4 Commenti

  1. Ho conosciuto Carlos Soria di persona, in Nepal e devo dire che mi ha stupito positivamente per la simpatia, l’umiltà e la forza interiore che trasmette.
    Una rarità nel mondo delle superstars che girano fr Alpi, Ande e Himalaya/Karakorum. Una grande persona.

  2. E’ confortante sapere che anche con una protesi al ginocchio ed una per ciascuna anca (vedi Romano Benet) su può ancora fare del grande alpinismo.

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