Cronaca

Atto intimidatorio ai danni del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “La migliore risposta è continuare a combattere l’illegalità”

Il 1 aprile è un giorno in cui a tanti piace scherzare. Lo abbiamo fatto anche noi in fondo. E forse anche l’atto vile verificatosi nella notte tra domenica e lunedì nel Centro Natura del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise a Pescasseroli (AQ), avremmo preferito che fosse un “trick”.

Una testa di agnello scuoiata e sanguinante impalata sull’inferriata della recinzione del Centro visite e un biglietto carico di insulti e minacce con ben chiaro il destinatario del gesto: il Responsabile del servizio tecnico dell’Ente, Andrea Gennai.

Nessuno scherzo ma squallida realtà. Una dinamica cui in Italia purtroppo siamo abituati e non da poco. Gennai si è impegnato troppo nel reprimere gli abusi, collaborando alla demolizione delle costruzioni abusive sul territorio del Parco, al punto da meritarsi un messaggio di invito a tornare a Siena dai suoi figli “o va a finire che noi demoliamo te”.

Le dipendenti che si sono trovate di fronte a questa scena agghiacciante, un episodio mai verificatosi finora nel Parco, hanno avvisato immediatamente il servizio di sorveglianza e sono giunti sul posto anche i Carabinieri per effettuare tutti i rilievi del caso.

Come dichiarato dal Presidente del PNALM Antonio Carrara, il gesto non è da interpretarsi esclusivamente come una minaccia ad personam ma come un avvertimento nei confronti dell’intero Ente.

“Si tratta di un atto che colpisce il Parco e le attività di controllo del territorio e repressione di abusi che si stanno realizzando e che, evidentemente, disturbano gli interessi di qualcuno che ricorre a gesti di intimidazione, tipicamente mafiosi” – ha affermato Carrara, aggiungendo che “il Parco, forte della sua lunga storia, non si fa intimidire e fatti di questo tipo non fanno altro che rafforzare la nostra azione di tutela del territorio. Mi auguro che le forze dell’ordine possano accertare e perseguire i responsabili di questo ignobile gesto.”

Ciò che di certo fa piacere notare, dando uno sguardo ai tanti commenti apparsi sui social per esprimere, riprendendo uno dei tanti messaggi pubblici sul profilo dei Andrea Gennai, “solidarietà e vicinanza per il vile gesto, nei confronti di chi è impegnato in prima linea, nella protezione del territorio”, è che il gesto sia stato perpetrato da rappresentanti di una minoranza. Uno o più individui non in grado di comprendere l’importanza delle attività svolte dal Parco nella salvaguardia di un territorio fragile.

Se qualcuno pensa che si possa minacciare uno di noi, attaccandolo personalmente, ha sbagliato i suoi conti” – si legge nel post di denuncia apparso sulla pagina FB ufficiale del PNALM – “Siamo tutti Andrea, dal Presidente al consiglio direttivo al direttore a ogni singolo dipendente”.

Anche il CAI, da sempre impegnato nella tutela dell’ambiente montano, si è voluto esprimere attraverso un comunicato di condanna che riporta le significative parole del presidente del CAI Abruzzo Gaetano Falcone: “Il Club alpino italiano ha nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e in tutti i parchi italiani la massima considerazione. Auspichiamo che gli uffici competenti individuino il personaggio anonimo che ha compiuto il gesto”.

Federparchi ha voluto esprimere la vicinanza a Gennai lanciando invece un appello: “Contiamo su una forte risposta dei Carabinieri prontamente intervenuti e sull’attenzione di tutte le istituzioni e della società civile, perché la difesa della natura, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile inizia dal rispetto della legalità”.

La vittima delle minacce, Andrea Gennai, non si è scomposto di fronte ad un gesto di simile bassezza, sottolineando che “la miglior risposta è continuare questo lavoro con la rigidità necessaria nei confronti degli illegali e garantire così che vengano tutelati coloro che rispettano le regole”. Opinione condivisa dal Presidente Carrara che ha definito il controllo del territorio, la sua difesa e dunque l’intervento contro gli abusi edilizi, parte integrante del lavoro ordinario dell’Ente.

 

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3 Commenti

  1. Alla fine, per ora, l’unico ad averci rimesso è stato il povero Agnello che, per altro, non c’entrava nulla con la vicenda.

  2. Quando leggo di questi atti vandalici sento poco la parola CRIMINALI. Peccato perché costoro che li commettono sono solo schifosi CRIMINALI.

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