Itinerari trekking

Il Sentiero Italia nelle Marche, la terra di Leopardi e Raffaello – di Stefano Ardito

Il Sentiero Italia va avanti anche nella terra di Leopardi e Raffaello. E i “Monti Azzurri”, i Sibillini che il poeta vedeva ogni giorno dalla sua Recanati, danno lo spunto alle tappe più spettacolari e più note. 

A nord del massiccio, il trekking continua tra le aspre alture calcaree di Colfiorito, e attraverso i massicci calcarei del Monte Cucco (noto per la sua magnifica grotta) e del Monte Catria. In questo tratto, come sui Sibillini, il tracciato passa più volte dalle Marche all’Umbria e viceversa.

A nord di Piobbico e del Monte Nerone, si continua interamente in territorio marchigiano, in un paesaggio diverso e poco frequentato dagli escursionisti. Boschi di querce ed erosioni accompagnano da Serravalle di Carda verso Bocca Trabaria e il confine regionale con la Toscana.    

Intervento sulla segnaletica del Conero – foto CAI Marche

Il Sentiero Italia è uno strumento prezioso per far conoscere l’escursionismo e le aree interne. La Regione Marche lo ha capito, e ci ha promesso un appoggio per realizzarlo e promuoverlo. Nelle prossime settimane presenteremo un progetto dettagliato” spiega Lorenzo Monelli, presidente regionale del CAI. 

Il lavoro sul Sentiero è a buon punto, e lo stiamo portando avanti in collaborazione con le sezioni CAI dell’Umbria” aggiunge Rocco De Marco, responsabile della commissione Sentieri e Cartografia del CAI Marche. 

Noi ci occupiamo del tratto settentrionale fino al Catria, di quello tra Visso e Colfiorito, del tratto più meridionale in Valle del Tronto, tra i Sibillini e i Monti della Laga. Il resto è stato o sta venendo segnato dalle sezioni umbre” prosegue De Marco. 

Nelle Marche, regione di colline, di spiagge e di industrie, il CAI è ben radicato. Tra le sue quindici sezioni, quelle di Ascoli Piceno e di Ancona sono tra le più antiche d’Italia. Le altre si dispongono tra la costa (San Benedetto del Tronto, Fermo e Senigallia), le colline (Camerino, Jesi, Montefeltro e Macerata) e le pendici dei Sibillini, da San Severino Marche ad Amandola. 

A Fabriano, dove il CAI è nato nel 1951, ad avviare la frequentazione della montagna è stato Giovanni Battista Miliani, industriale della carta e politico, che a partire dal 1883 aveva esplorato per primo la Grotta di Monte Cucco. 

La quantità di lavoro che è stato fatto sul Sentiero Italia risente della diversa presenza del CAI sul territorio” spiega Rocco De Marco. “La Sezione di Ascoli è fortissima, e si avvale di un cartografo esperto come Antonio Palermi, autore di numerose guide. Il tracciato è ben segnato fino ai 2073 metri della Macera della Morte, la vetta della Laga dove le Marche lasciano il posto all’Abruzzo e al Lazio”. 

A settembre, la Commissione Sentieri e Cartografia del CAI Marche ha tenuto un corso di segnaletica, al quale hanno partecipato una ventina di soci. Il 17 novembre, come esercitazione, sono stati segnati due sentieri del Parco regionale del Conero. “Ora disponiamo di una squadra in grado di intervenire rapidamente” sorride De Marco.  

La zona che pone più problemi, fino a oggi, è quella a nord, verso Bocca Trabaria. “Si tratta di zone poco note, da poco uno smottamento ha portato via un tratto del Sentiero Italia. Ripristineremo cartelli e segnavia dopo l’intervento dei Comuni” conclude Rocco De Marco. 

Visso dopo il terremoto

Il Monte Catria, il Monte Cucco e le alture di Fabriano e Colfiorito sono da sempre frequentate da escursionisti umbri e marchigiani, e sono a portata di mano per la maggioranza delle sezioni CAI delle Marche. I Sibillini, da sempre, sono la meta più amata da alpinisti ed escursionisti nella regione. Ma qui, ovviamente, i problemi sono stati causati dal terremoto. 

Il Sentiero Italia, per traversare i “Monti Azzurri”, si tiene in prevalenza in Umbria, aggirando il Pian Grande, toccando Castelluccio, scendendo a Norcia e proseguendo a nord verso Visso, dove si rientra nelle Marche. Qui i sentieri sono in buone condizioni, ma il problema riguarda i posti-tappa e i paesi. 

Il Sentiero Italia in questo tratto coincide a tratti con il Grande Anello dei Sibillini, e fino all’estate del 2016 la segnaletica era in buone condizioni” spiega Rocco De Marco. Ora in alcuni centri, come Castelluccio e Norcia, sono state riaperte delle strutture ricettive. In altri, a iniziare da Visso, le possibilità per dormire sono ancora poche. 

Il Grande Anello ha avuto un grande successo, e i proprietari e i gestori dei rifugi e degli altri posti-tappa hanno investito anche per sistemare il tracciato” spiega il presidente Lorenzo Monelli. “A Visso per ora non ci sono strutture ricettive importanti. In primavera, però, se arriveranno dei piccoli gruppi, saremo certamente in grado di accoglierli”   

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