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“Forse lassù è meglio”, il nuovo libro di Roberto Mantovani

La copertina del libro

“Forse lassù è meglio” è un titolo che vuol dire molto. Se poi il sottotitolo è “Cronache da un mondo sospeso” la cosa si fa ancora più interessante. A chiudere il cerchio e a far venire voglia di aprire il piccolo volume è poi l’autore: Roberto Mantovani. Star qui a presentarlo serve a poco, tutti sanno chi è come tutti conoscono la sua esperienza. Quel che invece è interessante è quel che sta scritto dentro questo nuovo piccolo libro. Conoscendo la produzione letteraria di Mantovani non ci si aspetterebbe infatti un testo del genere. Sarebbe stato più probabile un volume storico dedicato alle modificazioni antropologiche (e non solo) subite dalle valli nel corso del tempo. In “Forse lassù è meglio” invece incontriamo l’uomo. Il Roberto che rifugge interviste personali e che non parla mai (o quasi) della sua esperienza privata. Troviamo 16 racconti veri, di montagna, dove esce fuori il giovane appassionato, quello che ascolta i consigli dei vecchi e frequenta una montagna vera. Non quella patinata che va tanto di moda oggi.

Questo non è certo il racconto del ragazzo di città che va alla montagna. Si tratta invece di una narrazione a tratti cruda di quella che è la bellezza della montagna, di quello che quest’ambiente significava (e significa tutt’ora) per i montanari.

Mantovani l’ha voluto sottotitolare “cronache da un mondo sospeso” perché quelle storie ormai passate sono ancora il suo presente. Sono scene vivide nella sua mente. La realtà però non è più quella, e lo sa anche lui: sarebbe stato più adatto “cronache da un mondo scomparso”. La montagna di oggi è tutt’altra cosa e Roberto la racconta bene negli ultimi capitoli. Lo dimostra quando scrive che le terre alte hanno bisogno di innovazione, di chiudere con la retorica per aprirsi a nuove idee. “Sapete di cosa abbiamo bisogno, più di tutto?” scrive il giornalista. “Di superare i vecchi paradigmi di pensiero e distillarne di nuovi. Dobbiamo rompere il guscio che ci fa vivere come prigionieri; aprirci al dibattito delle idee, farci ispirare da altri ambiti economici, confrontarci con valori, competenze e culture diverse. Creare degli intrecci, ibridare pratiche e idee. E dobbiamo anche smettere di pensare di essere soli al mondo. Là fuori c’è un pianeta intero che si arrabatta per inventare soluzioni nuove: non possiamo continuare a pensare di migliorare la situazione economica delle valli limitandoci alle feste tradizionali e alle polentate per i turisti.

Quelle di Roberto sono riflessioni di un montanaro andato in città e tornato in montagna. È quasi la storia di un sogno all’italiana. Un sogno nostalgico per la propria terra, che si intravede tra le righe. Bisogna però essere attenti lettori per cogliere questa sfumatura, questa voglia di “rivincita” delle terre alte.

“Forse lassù è meglio. Cronache da un mondo sospeso” è Certamente un libro da consigliare a chi non cerca “la montagna dove nevica firmato” e nemmeno quella dei romanzi che oggi van tanto di moda. Qui dentro troverete le valli meno conosciute e i montanari, quelli veri dallo sguardo duro e dalla saponetta difficile, che Mantovani ha ben impressi nel cuore. Questo è un libro che avrebbe meritato un’attenzione maggiore, una maggiore diffusione. Sarebbe stato bello vederlo edito da un grande editore.

 

Titolo: Forse lassù è meglio. Cronache da un mondo sospeso

Autore: Roberto Mantovani

Editore: Fusta Editore

Pagine: 125

Prezzo: 13,9€  

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