Cronaca

Passo Rolle: seggiovie in via di riapertura. Gli ambientalisti condannano il sabotaggio

A una settimana dal doppio sabotaggio alle seggiovie Ferrari e Paradiso di Passo Rolle, le indagini proseguono a tutto campo. L’ipotesi più accreditata è quella di un vecchio rancore locale.

La presidente dell’associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF) Italia Valeria Ghezzi ha però tenuto a precisare, a seguito delle numerose indiscrezioni comparse sul web negli scorsi giorni, che “le indagini in merito ai fatti sono lasciate alle autorità competenti, che procederanno nei tempi e nei modi necessari”. L’associazione chiarisce dunque di non aver mai voluto esprimersi in merito a possibili responsabili. Saranno gli inquirenti ad identificare i colpevoli.

Buone notizie giungono intanto da Giacobbe Zortea, presidente della società impiantistica San Martino Passo Rolle Spa, che informa della prossima riapertura della seggiovia Ferrari.

E’ stata recuperata la fune danneggiata e in queste ore si sta sostituendo il tratto di fune” – spiega Zortea – “poi verrà fatto un esame magnetico induttivo e con il nulla osta del servizio impianti a fune della Provincia si potrà ripartire. Per la “Paradiso” i tempi previsti sono leggermente più lunghi, si ipotizza il 18 dicembre, in assoluta sicurezza. In primavera le funi saranno sostituite completamente”.

Per fare il punto della situazione  lo scorso giovedì si è svolto in Procura a Trento un vertice tra il procuratore capo Sandro Raimondi, i pm titolari dell’indagine Alessandra Liverani e Davide Ognibene, insieme ai Ris, reparto scientifico dei carabinieri e ai carabinieri della compagnia di Cavalese. La neve caduta nel corso della settimana ha purtroppo cancellato le poche tracce del sabotatore o dei sabotatori e non risultano giunte rivendicazioni. In merito all’ipotesi di reato, come attentato alla sicurezza dei trasporti, con la quale si è aperto il fascicolo dell’inchiesta, sono in corso accertamenti sulle telecamere e sulle celle telefoniche dell’a zona di Passo Rolle.

Intanto ANEF Italia e Mountain Wilderness lanciano un appello per la salvaguardia dell’ambiente.

Secondo le due associazioni, per la difesa delle Terre Alte, soprattutto per combatterne lo spopolamento, è necessario un lavoro di squadra, una forte collaborazione degli operatori e di tutti gli stakeholder della montagna. Gli impianti a fune rappresentano uno dei tasselli di questo sistema complesso. Come affermato da Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness Italia, “ogni azione a difesa della naturalità della montagna, anche la più radicale, si basa sempre sui principi della nonviolenza come ispirata dal filosofo Aldo Capitini”. Nonostante gli  impianti siano dunque un punto spesso osteggiato dall’associazione, il gesto compiuto  a Passo Rolle va nettamente condannato, in quanto per la sopravvivenza e la valorizzazione della montagna  è necessario un “percorso condiviso per lo sviluppo realmente sostenibile della montagna, con un dialogo aperto e trasparente con tutti gli attori”.

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Un commento

  1. Se l’autore e’ della zona, dovra’ stare molto attento a cosa beve e poi spiffera a mezza voce nei bar osteria.
    Curiosita’ tecnica: è possibile saldare i cavetti tagliati? come avranno fatto? oppure i 5 trefoli rimasti sono sufficienti a reggere la tensione??
    Negli anni 70 un personaggio contrario a mega resort cementifero in Val di Fassa, compi’ attentato dinamitardo..ma venne beccato.
    Mente il delitto Cia rimase impunito, pur essedovi gravi indizi…scoperti troppo tardi a reperti giudiziari distrutti.

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