Alpinismo

Aggiornamenti dal Gasherbrum IV

L’incidente all’alpino Maurizio Giordano, della spedizione italiana al GIV, è avvenuto questa mattina, ora pakistana, a 6300 metri, in discesa tra campo 2 e campo 1, poco sotto a quella che viene chiamata la seraccata degli italiani. L’alpinista è morto a causa di un blocco di ghiaccio che lo ha travolto mentre scendeva in doppia lungo un pendio.

Oggi il corpo di Maurizio Giordano sarà portato a campo 1, dove domani, se il meteo lo consentirà, verrà prelevato da un elicottero per essere portato a Skardu.

Domani raggiungeranno il campo base del GIV per dare supporto alle operazioni anche i ragazzi pakistani impegnati a Concordia nella pulizia del ghiacciaio del Baltoro. 

Quello tra il primo ed il secondo campo è un tratto molto molto pericoloso proprio per il rischio valanghe e crolli di ghiaccio.

Nel 1958, nel libro Gasherbrum IV – in cui viene narrata la spedizione guidata da Riccardo Cassin-, Fosco Maraini dedica un capitoletto a questa parte della via, descrivendola in modo estremamente efficace.

La via disegnata nel 1958 da Fosco Maraini. Dal libro Gasherbrum IV

Oltre a Campo I si continua per un bel tratto a percorrere dei pendii che costituirebbero terreno ideale da sci se non vi fossero molti grossi crepacci e se ci si trovasse a tremila metri più in basso. Avanzando ancora si avvicina alla parete sud del Gasherbrum V, tutta incrostata di ghiacciai pensili, dai quali cadono spesso delle grosse valanghe. Questi possono essere di vari tipi: vi sono le slavine di neve nuova che scivolano nel turbinio candido d’un fumo sottilissimo capace di soffocare che ne resti avvolto; poi vi sono le valanghe formate da fette di ghiacciai pensili, che si staccano e crollano verso il basso, e queste sono davvero terribili. I blocchi di ghiaccio sono come tanti macigni; spesso se ne vedono che continuano a rotolare per grandi distanze in piano, per forza d’inerzia. Si tratta adesso di traversare uno spazio ondulato, proprio ai piedi del Gasherbrum V (7391), tagliandi tracce delle valanghe. È uno di quei luoghi dove conviene abbandonare ogni idea di sicurezza ed affidarsi islamicamente al fato”.

Sotto una clip tratta dal film Gasherbrum IV, la montagna di Luce, del 1958, con le immagini della via tra campo 1 e campo 2.

 

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close