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Claudio Chiappucci, sempre in salita

È uno scalatore, un attaccante per natura. Uno di quelli che tira fuori tutto quel che ha nei momenti più difficili, nelle salite, nelle pendenze più estreme per un ciclista. Molti lo ricorderanno certo per la sua straordinaria vittoria al Sestriere nel 1992, altri per la Milano-Sanremo. Altri ancora, i più giovani, grazie ai video caricati su YouTube, quelli ormai d’antan con le riprese anni novanta e quel sottofondo disturbato tipico delle registrazioni. Stiamo parlando di Claudio Chiappucci, alias El Diablo.

“Mi hanno iniziato a chiamare così ai tempi in cui correvo in Sud America, in Colombia. A loro piaceva il mio modo di correre, di attaccare. Per loro era uno stile indiavolato e così è nato il soprannome. All’inizio non ci facevo caso, poi man mano si è diffuso sempre di più fino ad arrivare anche in Europa”.

Cosa significa essere uno scalatore?

Significa sapersi distinguere in montagna. A uno scalatore piacciono le quote, l’ambiente. Trovi le motivazioni nelle scalate. Per me scalare era una motivazione per arrivare in alto, per arrivare prima.

Cosa vuol dire salita per un ciclista?

È il momento più difficile, è il momento in cui capisci chi sa sopportare e fare più fatica. Volendo è anche il momento che ti da maggior soddisfazione, quello in cui capisci a che livello sei, quanto ha da dare. Se riesci a dare qualcosa in più degli altri in quei momenti vuol dire che hai qualcosa in più.

L’ultima salita?

È la più difficile perché l’affronti con la consapevolezza di dover ottenere un risultato. Allora spingi e fatichi, ma alla fatica si somma lo stress. Non sai mai quanto dare. Nell’ultima salita ti giochi tutto.

Un ricordo particolare di oltre dieci anni da ciclista professionista?

La maglia gialla. Il giorno in cui l’ho indossata è stato particolare. No me l’aspettavo. Ero giovane ed emergente. Credo sia stata la svolta della mia carriera.

Cos’è venuto dopo l’agonismo?

La passione è sempre la stessa, ma ora oltre alla bici pratico tanti altri sport. Ho cercato però di mantenermi costantemente inserito nell’ambiente sportivo. Ho cercato di ricordarmi di essere stato un atleta e mi piace continuare ad esserlo. Mi piace aver l’opportunità di fare l’atleta, ovviamente con i livelli che posso mantenere oggi.

Diciamo che dopo aver chiuso l’esperienza agonistica ho spaziato in lungo e in largo per non soffermarmi su quello che ho fatto per tutto la vita, volevo sperimentare nuove attività così mi sono cimentato nel calcio, nel golf, nel tennis, nello sci e in molte altre discipline.

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