Alpinismo

Ines Papert e Luka Lindic: 3500 metri di dislivello per prepararsi alla sud dello Shisha

3500 metri di dislivello in un solo giorno per prepararsi alla conquista della vetta dello Shisha Pangma. È l’impresa compiuta verso metà gennaio dalla tedesca Ines Papert e dallo sloveno Luka Lindic, che in 19 ore e 25 minuti hanno realizzato la prima invernale della Watzmann Family Traverse.

I due alpinisti hanno in programma per i mesi di aprile e maggio il tentativo di scalata della parete sud dello Shisha Pangma – forse la più difficoltosa ed affascinante parete del gigante himalayano di 8.027 metri – ed hanno deciso di prepararsi con un “allenamento di qualità” su pareti che in certi passaggi ricordano molto lo Shisha. Come l’esposta vetta della quarta cima delle Watzmann, che assomiglia all’ultimo traverso della parete sud dell’8000 tibetano.

Molto popolare tra gli alpinisti tedeschi, il massiccio del Watzmann è il terzo del paese per altezza ed il più alto tra i picchi che sorgono interamente in Germania. La prima ascensione si deve ad un alpinista sloveno, Valentin Stanic che la realizzò nel 1800.

Ines Papert la scorsa estate era in Patagonia con il Ragno di Lecco Paolo Marazzi, con cui aveva tentato la prima ripetizione invernale di “Super Domo”, sul Domo Blanco. Con questa impresa Ines e Luka – che nel 2014 ha ricevuto il Piolet d’Or per la prima ascesa della parete nord dell’Hangsu in India – hanno realizzato la prima traversata invernale del traverso Watzmann, che collega otto vette con un dislivello positivo di 3500 metri.

Per tutto l’inverno i due alpinisti si sono allenati sulle Alpi tedesche, sciando e salendo su diverse vie del massiccio e decidendo alla fine di compiere la traversata completa, mai realizzata nella stagione più fredda. La traversata – che ci viene riportata attraverso delle stupende fotografie – è stata compiuta da est verso ovest. Partendo dal più piccolo dei due picchi, il Kleneir Watzmann di 2307 metri e finendo con il più alto, il Mittelspitze Watzmann, di 2713 metri.

La strategia era quella di fare la traversata rimanendo il più possibile vicini alla cresta. Come ha raccontato Ines, «il momento adeguato per l’impresa è arrivato l’11 gennaio, con un cielo nuvoloso ed un rischio valanghe basso, condito da buone temperature e assenza di precipitazioni».

Partiti alle 3:45 del mattino dal parcheggio di Hammerstiel Schönau am Königssee, dopo aver affrontato nell’oscurità la parete nord est della Kleine Watzmann, sono arrivati in cima alle 7:30 del mattino. Scesi dalla cresta sud, hanno affrontato uno ad uno i saliscendi che portano alla vetta dei cinque Watzmannkinder. Passaggi questi fatti su un terreno più semplice, che ha permesso di operare anche senza corda, nonostante la cresta innevata presentava una notevolissima esposizione.

Infine, hanno salito il Watzmann Mittelspitze direttamente sul crinale – dato che la via più semplice presentava alcuni rischi – e dopo essersi fermati un’ora per mangiare una zuppa e bere un caffè, hanno affrontato di notte le sezioni più complesse di tutta l’avventura, con passaggi fino a M5 e pendenze di 80 gradi. Il cerchio l’hanno chiuso alle 23.10, scendendo verso la via Watzmannhaus, con l’arrivo alle auto dopo 19 ore e 25 minuti dalla partenza.

Che dire, la forma per l’Himalaya sembra proprio non mancare. Adesso ad attenderli c’è la parete sud dello Shisha Pangma.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close