Alpinismo

Mondinelli e Blanc alla Nord dell'Everest

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ALAGNA VALSESIA, Vercelli — Dream team italiano alla nord dell’Everest. Questa primavera, sul versante tibetano del Tetto del mondo scenderanno in campo i due valdostani Abele Blanc e Marco Camandona, con il giovane piemontese Michele Enzio e un inarrestabile Silvio "Gnaro" Mondinelli che, fresco di investitura di "cavaliere della Repubblica Italiana", punta a salire senza ossigeno l’Everest anche dal versante Nord. La partenza è fissata per il 31 marzo. E non è escluso che Blanc, dopo l’Everest, non ritenti l’Annapurna, il suo ultimo ottomila.

"I vecchi tornano all’Everest con i giovani – scherza Mondinelli -. ma non vecchi di età, eh, vecchi di ottomila! Scherzi a parte. Prima di tutto vado per allenarmi in vista della spedizione estiva al Gasherbrum I. Ma non nascondo che mi piacerebbe salire l’Everest anche dal versante Nord. Così l’avrei salito senza ossigeno da entrambi i lati".

Per "Gnaro", 52 anni a giugno, questa è la terza spedizione al versante Nord dell’Everest. Le prime due sono state nella primavera del 1999 e del 2000: una volta ha raggiunto quota 8.200, l’altra 8.600 metri. Ha dovuto rinunciare in entrambi i casi per colpa del maltempo, e in entrambi i casi ha salvato delle vite umane ad alpinisti in difficoltà oltre gli ottomila metri.

Questi soccorsi ad alta quota, che hanno tempestato la sua straordinaria carriera alpinistica che lo ha portato ad essere il sesto uomo della storia ad aver salito tutti i 14 ottomila senza ossigeno, sono valsi a Mondinelli nei giorni scorsi la nomina a Cavaliere della Repubblica Italiana. Il titolo, conferito dal Presidente Napolitano, arriva a Mondinelli poche settimane dopo aver lasciato la Guardia di Finanza, in cui ha prestato servizio per 33 anni e da cui è andato in pensione a fine dicembre.

"Sono contento di ripartire con Michelino – dice Mondinelli -, per lui l’Everest è rimasto un sogno e spero che saliremo in vetta insieme. Sono felice anche di aver combinato con Abele e Marco. Ho saputo che partivano dalla Cho Oyu Trekking, quando cercavo il permesso di salita per me e Michelino. Ci siamo sentiti e adesso partiamo insieme. Abele è un tranquillone, io invece voglio sempre spaccare il mondo… insieme formiamo una bella via di mezzo!".

Abele Blanc, 56 anni, valdostano, ha salito 13 ottomila. Alla sua collezione manca soltanto l’Annapurna, che ha già tentato 5 volte ma con cui non è mai riuscito a chiudere i conti. L’ultimo tentativo risale al 2006, quando ha dovuto improvvisamente rientrare per una tragedia familiare. Secondo indiscrezioni, pare che Blanc voglia riprovarci questa primavera, dopo l’Everest. Ma ancora non c’è nessuna conferma.

Mondinelli ha scalato con Blanc al Dhaulagiri e per due volte all’Annapurna, dove c’era anche Marco Camadona. Lui, 40 anni, valdostano, è guida alpina a Valgrisenche e ha già salito alcuni ottomila, tra cui il K2 con Blanc nel 2000, il Manaslu e il Cho Oyu.

Enzio è il più giovane del gruppo. Classe 1974, è nato sul Monte Rosa e proviene da una famiglia di guide alpine per tradizione. Appassionato di sci estremo e parapendio, è sbarcato in Himalaya nel 2006 arrivando in vetta allo Shisapagma, 8027 metri proprio con Mondinelli. Nel 2008 ha preso parte, ancora con Mondinelli e Marco Confortola, alla spedizione alpinistico-scientifica Share Everest 2008 del Comitato EvK2Cnr che ha installato sul Colle Sud dell’Everest la stazione meteorologica più alta del mondo. Quell’anno arrivò a 8.600 metri senza ossigeno, e dovette rinunciare per colpa del vento.

"E’ una grande emozione tornare all’Everest – racconta Enzio -. Sono contento di salire dal versante nord perche quello nepalese lo conosco già, di qui invece è un percorso nuovo quindi è come fosse un’altra prima volta. Ma essendoci già stato so già che oltre gli 8000 metri è davvero dura, è eterna la salita fino alla cima. Blanc e Camadona non li conosco, ma sono felice che ci sia il ‘Papi’ Gnaro".

Alla Nord dell’Everest, Mondinelli e soci troveranno diversi amici. Tra gli altri, ci sarà Gerlinde Kaltenbrunner con il marito Ralf Dujmovits.

Sara Sottocornola

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