Cronaca

Altri 6 migranti trovati al Colle della Scala. Soccorso Alpino: è un’emergenza non sostenibile

Una squadra di tecnici del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS Piemonte) è intervenuta ieri mattina in soccorso di un gruppo di 6 migranti di origine guineana che aveva chiesto aiuto durante un tentativo di passaggio della frontiera verso la Francia presso il Colle della Scala (1762 m) sopra l’abitato di Bardonecchia (TO).

La chiamata di emergenza transitata dal NUE 112 è stata girata alla Centrale Operativa del CNSAS Piemonte che ha mobilitato 5 tecnici della stazione locale partiti alle 11.30 verso il colle, dapprima a bordo di un gatto delle nevi e in seguito con sci e pelli di foca.

I migranti sono stati individuati in prossimità dell’ultimo tornante della carrozzabile, che in inverno non viene spalata dalla neve, infreddoliti a causa dell’abbigliamento non adeguato alla stagione. Indossavano scarpe da ginnastica e vestiti di recupero, denunciando freddo e stanchezza. Tuttavia, non hanno voluto essere riaccompagnati a valle dalla squadra del CNSAS Piemonte affermando di voler continuare comunque verso il colle e l’abitato di Nevache.

I soccorritori, informati della presenza delle autorità francesi poco oltre, lungo la strada, hanno lasciato proseguire i migranti e hanno seguito a distanza che la loro progressione avvenisse in sicurezza.

«La situazione dei migranti a Bardonecchia – ha affermato Luca Giaj Arcota, presidente del CNSAS Piemonte – ha raggiunto un livello di emergenza difficilmente sostenibile. Negli ultimi mesi la nostra stazione locale di soccorritori, insieme al Soccorso Alpino della Guardia di Finanza è stata chiamata in numerosi interventi per migranti dispersi e infortunati in montagna. Nelle ultime settimane, a partire dalle scorse nevicate, la congiuntura ha assunto una dimensione drammatica perché queste persone tentano di passare il confine nonostante le condizioni proibitive e il lavoro di dissuasione che la nostra e altre associazioni porta avanti. Il Soccorso Alpino non è una forza pubblica, non possiamo impedire loro di affrontare quei sentieri innevati, ma quando è necessario attivare i soccorsi siamo chiamati a fornire il nostro tempo e le nostre risorse, di giorno e di notte. È il compito che la Repubblica italiana ci attribuisce ma è necessario mobilitare altre forze per prevenire ulteriori partenze prima che accadano incidenti più gravi».

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