Alpinismo

Tentativi al Dhaulagiri e vetta per gli Sherpa al Manaslu: le ultime dagli 8.000

Grande affollamento questo autunno sul Manaslu (8.163). I primi a raggiungere la cima sono stati gli Sherpa della Seven Summits treks e Phurba Tashi Sherpa della Himex, che si sono portati su le corde fisse, attrezzando la via per gli altri alpinisti che intanto affollano i campi più in basso. Sulla montagna ci sono infatti 300 scalatori, Sherpa inclusi. Tra questi ci sono anche gli italiani Riccardo Bergamini, Fabrizio Silvetti e Laurent Perruchon, appartenenti a diverse spedizioni, che stanno finendo l’acclimatamento e attrezzando i campi alti. 

Riccardo Bergamini, Manaslu @Facebook Riccardo Bergamini.

Riccardo Bergamini tre giorni fa scriveva su Facebook: “Stanotte ho dormito al C1 a 5700 metri e in mattinata sono salito a 5900 metri per vedere la via per il C2. Adesso sono al CB. Prossimi giorni nuove salite.”

L’agenzia Seven Summits ha confermato così su Facebook la vetta degli Sherpa: “Alle 9.57, ora locale, il team di Sherpa, incaricato di fissare le corde, della Seven Summit Treks ha compiuto la prima salita al Manaslu. Karma Gyalzen ha informato il campo base di aver fissato le corde fino alla cima. Il team è stato seguito e assistito da due sherpa, tra cui Phurba Tashi, e due alpinisti  membri della Himex”.  Non si sa ancora se hanno attrezzato la via fino alla cima vera e propria, perché questa è resa pericolosa da cornici spesso poco stabili. 

Problemi di affollamento ai campi bassi, dicevamo, ma anche problemi di orientamento. Infatti la spedizione Peaks Adventure è dovuta rientrare al Campo Base dopo aver perso le traccie nella nebbia. Gli Sherpa infatti hanno posizionato le corde fisse solo nei punti esposti e difficili, per gli altri tratti hanno usato le bandierine di bambù per segnalare il percorso. Sopra Campo 2 le corde si interrompono e iniziano le bandierine, 200 m una dall’altra, difficili però da vedere nella nebbia fitta, in un tratto di ghiacciaio molto crepacciato. Il team, dopo aver vagato su e giù per il ghiacciaio ha deciso così di ritornare a Campo 2 e aspettare una squadra che fissasse le corde sul tracciato. 

Intanto al Cho Oyu, chiuso dal versante cinese, Phil Crampton e un cliente hanno deciso di tornare indietro a causa della troppa neve e per le condizioni pericolose della montagna. Il versante nepalese è molto meno frequentato in genere, ma i cinesi quest’anno non hanno rilasciato permessi dal momento che nella regione vicina alla montagna ci sarà il Congresso del Partito Comunista Cinese. 

Carlo Alberto Cimenti e Matthias Koenig@Facebook Cala Cimenti Cmenexperience

Sul fronte del Dhaulagiri invece, dopo il primo, ma non ultimo, tentativo di Carlos Soria, si attende la partenza del team italo-svizzero Cala Cimenti Cmenexperience. I ragazzi dovrebbero partire oggi per i campi più alti. Su Facebook hanno fatto sapere di stare bene: “Le condizioni meteo dei prossimi giorni non sono perfette, spesso nevica (soprattutto nel tardo pomeriggio) ma i ragazzi stanno bene, sono riposati e vogliono provarci. La volontà è quella di tentare la cima il 21 settembre e festeggiare il compleanno di Matthias Koenig in vetta! Stasera daremo un ultimo sguardo alle previsioni meteo e poi inizierà il conto alla rovescia!”

 

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