Vanessa O’Brien è nella sua tenda al campo 4 che si sta preparando per il balzo finale verso la vetta del K2. La statistica ci racconta che la maggior parte dei successi su questa stupenda montagna è avvenuta in questi giorni di fine luglio. Il 31 la prima volta a cura di Lacedelli e Compagnoni.
Vanessa e i suoi 4 compagni si stanno preparando per uscire dalle tende. Non è facile mettersi gli scarponi, cercare di ingurgitare dei liquidi e qualcosa che possa nutrire con intensità, che ti possa far resistere lì fuori per 14 / 18 ore. Vanessa ha ossigeno con sé; quando sarà in cima, se ci arriverà, vedrà il mondo dalla vetta del K2, ma il suo corpo sarà come se fosse 2000 metri più in basso.
Ma vestirsi, mettersi i ramponi, uscire fuori dalla tenda è un lavoro terribile e in queste ore Vanessa e i suoi 4 compagni di spedizione, con i loro 9 sherpa lo stanno affrontando.
“We’ll depart from our camp4 at 11pm local time. We are now 14 climbers ready for summit push. More news will be given tomorrow after 10am.only my team is pushing for K2 summit.” Scrive questa sera Minga G. Sherpa.
Partire alle 11 significa farsi tutta la notte fuori con una temperatura che sopra gli 8000 m è data a meno 20 e percepita attorno ai meno 25, il vento a 20 kmh. Una situazione perfetta, si potrebbe dire.
A rovinare il quadro la molta neve. Ma ci sono gli sherpa a batterla, a posizionare le corde fisse sul “collo di bottiglia” e sul “traverso”.
Sono in 9 e francamente alcuni di loro potranno essere spremuti proprio nella prima parte, fin alla fine della traversata, se poi non avranno più forze potranno tornare indietro e lasciare ai compagni più freschi il compito di battere pista per i loro clienti, “conquistatori dell’inutile” vetta del K2. Tutti, sherpa e clienti si giocano il jolly: l’ossigeno.
Domani sapremo.
Foto in alto @ Daniele Nardi, 2014