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Incidente sulla ferrata Bocchette Alte: la ragazza era ben attrezzata, solo una tragica fatalità

Ieri la notizia della morte di una donna fiorentina nelle Dolomiti di Brenta per essere improvvisamente precipitata dalla ferrata Bocchette Alte mentre stava attraversando una cengia.

Quando accadono questi incidenti, capire cosa sia successo può essere utile perché dà la possibilità di compiere alcune riflessioni sul tema della sicurezza, che in montagna è sempre importante. A volte l’incidente è frutto di una sottovalutazione dell’ambiente, del meteo, di una scorretta preparazione a livello di attrezzatura e tecnica; spesso però è solo tragica fatalità, come nella cronaca di ieri.

“Scendendo dallo Spallone dei Massodi, verso sud, la ferrata inizia con dei passaggi sulla roccia, poi c’è una cengia non attrezzata, ma abbastanza comoda per camminare, che attraversa prima di andare a riprendere i cavi. Non è una ferrata complicata, è percorribile senza alcun tipo di problema” ci ha spiegato Adriano Alimonta, Presidente del CNSAS Trentino. “La ragazza – continua – ha perso l’equilibrio; purtroppo lì è parete, quindi è caduta circa 30 metri ed ha sbattuto violentemente, le lesioni sono state fatali”.

“Lei e gli altri del gruppo erano perfettamente attrezzati per la ferrata. Non è la prima volta che succede un incidente in quella zona. È stata una fatalità” ci risponde Alimonta, che aggiunge con la lunga esperienza all’interno del Soccorso Alpino: “Ogni tanto succede di scivolare, inciampare o mettere un piede in fallo. Non è il caso della ragazza, ma a volte anche gli zaini pesanti possono sbilanciare”.

 

Foto d’archivio @ CNSAS Trentino 

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