Alpinismo

Simone Moro, elogio della rinuncia

Simone Moro, tornato dal tentativo della traversata del Kanchenjunga, per la prima volta parla della sua rinuncia e lo fa sulle pagine di Orobie, che ne da un’anticipazione, che qui sotto vi riportiamo. 

Il “Post” integrale di Simone sarà possibile leggerlo in edicola sul numero di luglio della rivista. 

Nel frattempo, è uscito anche l’ultimo report a fumetti della spedizione: 

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19 Commenti

    1. Nives Meroi e Romano Benet… senza tante palle, sponsor, strilli a gran voce su giornali, radio e tv…

  1. E’ uno dei pochi casi di articoli che celebrano la rinuncia di un qualcosa praticamente neanche iniziato…..boh. Che notizia e’? Che senso ha?

  2. Ahhh dimenticavo, anche io nell’87 ero in viaggio di nozze e mi sono fermato a Grindelwald x bere un paio di birre, poi il tempo era brutto e ho rinunciato alla nord dell’Eiger……pero’ nessuno ha pubblicizzato la cosa…….e nessuno ha elogiato la mia rinuncia

  3. Giusto elogiare la rinuncia, peccato pero’ che il Sig. Simone Moro quando ha accompagnato il Gabibbo brumotti sull’Everest per farlo saltellare con la bicicletta…non e’ che ci ha rinunciato x sicurezza o, ancor meglio, per vergogna e mancanza di rispetto verso quelle montagne sacre. Ci ha rinunciato semplicemente xche’ non hanno avuto il permesso x una buffonata simile.

  4. L’elogio della rinuncia sarebbe stato rinunciare, nonostante i soldi, a condurre il programma Monte Bianco, dove degli pseudo vip si cimentavano in prove ardite e il Sig. Simone Moro suonava il campanellino e dava i voti

  5. Una vita dedicata alla montagna, con alcuni “piccoli” successi che incredibilmente portano gli sponsor a finanziare altri tentativi, ovvio che come per un grande giocatore di calcio non si aspetta che vinca il mondiale prima di pagarlo profumatamente e usarlo per pubblicizzare i propri prodotti.
    Voi vorreste che uno si paghi da se le spedizioni e dirgli bravo solo quando riesce! E se non riesce deve per forza morirci…..

  6. A mio modo di vedere questa grancassa mediatica che si mette a suonare ogni volta che si fa il nome di Simone Moro è veramente incredibile:
    un sacco di gente che gli dà contro senza nemmeno sapere di cosa si stia parlando (lo si capisce molto bene da alcuni commenti), altrettanta che addirittura presume di avere in mano l’unico vero e inconfutabile metro di giudizio, come se per commentare un’impresa qualsiasi si debba essere al livello di chi l’ha compiuta; si leggono commenti di ogni genere, e, come spesso accade, le critiche fanno più notizia dei complimenti.
    Ma forse a molti sfugge un meccanismo molto semplice: normalmente le aziende decidono l’ammontare delle sponsorizzazioni alla luce del “ritorno” previsto in termini mediatici.
    Tradotto: più se ne parla, e più il tal atleta sale nella graduatoria degli emolumenti.
    Tradotto ancora: se proprio avete tutto questo astio nei confronti del tal atleta, basta non parlarne, non comprare i prodotti che pubblicizza, non filarselo….
    E invece l’invidia e talvolta l’ignoranza giocano brutti scherzi, e si finisce così per fare esattamente il suo gioco.

    Bravi furbi!!

    E a Simone va tutta la mia ammirazione e i miei complimenti: una pagina di storia l’hai già scritta, e aspettiamo nuovi capitoli!!
    Grande!!

    1. Sbagli. Se Simone Moro fa soldi, e popolarità, uno come me è solo contento. Saranno sempre briciole in confronto ai calciatori su cui tralascio ogni commento. solo che se li fa andando al campo base con elicottero e raccontando le cose in un certo modo e spacciando salite da mezz’età per alpinismo di primo livello allora non rusciamo a stare zitti. è uscito first ascent di Auer e Anthamatten guardalo e capirai la differenza fra alpinismo e camminate

    1. Molto serio. guarda l’età media di chi fa quelle cose. tutti alpinisti che sul tecnico non hanno mai fatto nulla. la differenza fra scalare e camminare sta sull’uso degli arti superiori. Il 99% delle salite in quota sono camminate faticose fredde e pericolose

  7. beh rimanendo sul Nanga, anche l’impresa epocale dei due vecchietti inglesi sulla Mazeno è inquadrabile tra le “camminate di mezz’età”.
    Direi che trattasi di Alpinismo tanto quanto quello degli Auer e Anthamatten no? ….

    1. eccezionale resistenza alla fatica ma niente di paragonabile alle salite di Auer e Anthamatten. anche nelle ultramaratone vincono i cinquantenni, tutti ex atleti su pista spesso da retrovie. mettila così, Auer e Anthamatten non saranno mai interessati ad una cosa come il Mazeno ma potrebbero tranquillamente farla mentre i due arzilli vecchietti inglesi sulla via di Auer e Anthamatten dopo 50 metri sarebbero incrodati. Camminare non è scalare

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