Scienza e tecnologia

Nuova coperta sul ghiacciaio Dosdè

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SONDRIO — Una nuova coperta sulle bianche distese innevate del ghiacciaio Dosdè Orientale – Gruppo Piazzi Campo in Valtellina. Per il secondo anno consecutivo i ricercatori dell’Università di Milano e dell’azienda Levissima hanno posizionato il telo di geotessile per la protezione attiva dei ghiacci. E questa volta ne misureranno anche la "febbre".

Visti gli ottimi risultati l’anno scorso con il primo esperimento che ha permesso salvare 115mila litri di acqua, torna anche quest’anno la coperta di geo tessile sul ghiacciaio Dosdè, in Valtellina.
 
La novità di questo secondo esperimento è l’utilizzo di strumenti capaci di calcolare la "febbre" del ghiacciaio durante il periodo estivo. Sotto il telo infatti, sono stati posizionati tre termistori: si tratta di tre speciali termometri dotati di data logger per la registrazione continua di dati.
 
Sono stati posizionati uno in superficie subito sotto il telo, uno a 100 centimetri ed uno a 170 centimetri di profondità.  L’obiettivo infatti è quello di monitorare l’andamento della temperatura a differenti profondità e in condizioni di protezione da parte del telo per tutta la durata della stagione estiva.
 
L’iniziativa rientra nel più ampio programma di sostenibilità e di protezione della risorsa idrica portato avanti dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano e l’azienda Levissima. Il team, guidato da Claudio Smiraglia, professore dell’Ateneo milanese e ricercatore del Comitato EvK2Cnr, alla fine di giugno ha posizionato una parcella di 100 metri quadrati di telo protettivo di geotessile.
 
"Attualmente lo spessore della neve densa e compatta presente nell’area prescelta per la stesura del telo geotessile è risultato 270-280 centimetri – dice Smiraglia -, lievemente superiore al 2008 (circa 200 centimetri). Come per l’esperimento dello scorso anno, bisognerà attendere il mese di ottobre per verificare lo spessore di neve che grazie alla protezione del telo avrà potuto resistere all’estate".
 
In prossimità del telo è stata effettuata anche una "trincea nivologica", con l’obiettivo di rilevare i dati della temperatura, del contenuto in acqua e della densità dei diversi strati di neve presenti sul ghiacciaio a giugno 2009 (al termine della stagione di accumulo). Tali dati verranno poi confrontati, a fine estate, con quelli della neve “salvata” grazie alla protezione del telo, per quantificarne l’efficacia.
 
Valentina d’Angella
     
     
   

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