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La Total Green Expedition bloccata dalla neve

La Total Green Expedition (TGE) di Maurizio Vettorato ed Omar Oprandi era un triathlon vela-bici-sci alpinismo: dal Porto di Cecina fino in Corsica sulla vetta del Monte Cinto e ritorno, il tutto in 48 ore.

Il tentativo, partito il 7, è andato liscio per la parte vela e bici, ma si è dovuto interrompere per le cattive condizioni della neve oltre i 2000 metri sul Cinto.

Questo il racconto di Maurizio Vettorato:

“Dopo un entusiasmante e veloce trasferimento in barca a vela da Cecina a Bastia, che ci ha fatto “tracciare” la nostra rotta (cinquantanove miglia in poco meno di sette ore con punte di quasi 15 nodi), l’avventura è proseguita in notturna in sella alle nostre MTB pedalando per ottanta km e coprendo un dislivello superiore ai 1400 metri… sci, zaino e scarponi al seguito, abbiamo raggiunto Haut Asco, a 1400 m di quota, il punto di partenza sul versante nord del Monte Cinto, la montagna più alta della Corsica (2706 m).

Sostituite le scarpe da bici con gli scarponi da sci, dopo oltre quindici ore dalla partenza da Cecina, accompagnati dalle prime luci dell’alba, iniziamo la salita scialpinistica.
Dopo poco più di un’ora di cammino l’ambiente che ci si presenta di fronte è decisamente severo, soprattutto per quanto riguarda la consistenza della neve. Le condizioni meteo dei giorni che hanno preceduto la nostra partenza hanno creato enormi stravolgimenti al manto nevoso che presentava moltissimi tratti di neve completamente ghiacciata ad altri con diversi accumuli di neve instabile.

Queste situazioni hanno reso la ripida salita molto pericolosa, al limite della fattibilità, e la consapevolezza di non avere nessun margine, il cosiddetto “rischio calcolato”, ci ha fatto desistere dalla nostra idea di portare a termine il tentativo “in velocità”, di stabilire un “tempo ideale”; idea nella quale credevamo fermamente.

La nostra salita è proseguita in modo più lento ma sicuro, superando diversi tratti ripidi completamente ghiacciati, tentato e forzando sul percorso estivo (quello normalmente frequentato anche con gli sci), valutando anche altre tre possibili linee: le uniche apparentemente fattibili.

Abbiamo preso anche la decisione di dividerci per valutare simultaneamente le alternative, ma siamo sempre stati respinti. A questo punto, nostro malgrado e con grande dispiacere, abbiamo deciso di rinunciare alla salita”.

Una rinuncia dettata dalla logica, ma che risulta essere sempre una difficile scelta. “Ringraziamo – conclude Vettorato – tutti quelli che ci hanno creduto e ci hanno accompagnato in questa grande e “diversa” avventura sportiva e umana per la quale abbiamo sognato, faticato, scommesso, sudato, vissuto e anche scherzato. Per noi è stata una bellissima esperienza e allo stesso tempo una lezione di vita”.

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