Alpinismo

Caso Epis: adesso diteci com’è andata

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BERGAMO — Chissà se è arrivata l’ora di parlarne. Credo di sì visto che è giunta anche quella dei riconoscimenti per l’ "importante traguardo" (?).

Sempre in ogni caso sommessamente, come è ovvio e naturale, vorremmo avanzare un’unica richiesta/domanda ai protagonisti della spedizione "Spirito Libero" impegnata sull’Everest dal versante Nord qualche settimana or sono. Ci raccontate ora quel che è successo per davvero?
 
La Rai ha dato conto del salvataggio di Epis da parte di un gruppo di volenterosi alpinisti russi. E la versione dei russi, ma anche quella appena pubblicata dell’alpinista svizzera Alexia Zuberer, che ha assistito Epis in discesa dalla vetta, confrontate con le vostre sono molto diverse, per certi versi contraddittorie.
 
La Zuberer poi, lancia e conferma un sospetto: "A Pierangelo Maurizio probabilmente è finito l’ossigeno ed è andato in crisi".
 
Il tema della campagna di Montagna.tv per un uso intelligente e onesto dell’ossigeno, e del suo "non uso" per prestazioni alpinistiche che desiderino essere annoverate tra quelle di un certo valore, era dunque in tema e appropriata, anche se sollevata nel momento della tragedia.
 
A volte le disgrazie servono per capire, per correggere errori e migliorare i comportamenti, altre addirittura per ridare la vita, come nel caso della donazione degli organi. Nulla di tanto nobile nel nostro lavoro, solo la ricerca di comportamenti corretti nell’alpinismo, che soprattutto garantiscano, per quanto possibile, la maggior sicurezza e incolumità fisica e psichica di chi lo pratica, lo insegna e pretende per questo un riconoscimento che equivale a essere in qualche modo indicato come esempio.
 
Agostino Da Polenza
 
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