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Approvata alla Camera la legge sui piccoli comuni, la montagna e il recupero dei centri storici

Un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove  tecnologie e la green economy. I 5.585 Piccoli Comuni amministrano più della metà del territorio nazionale, in essi vivono oltre 10 milioni di italiani.

“Un risultato importante quello di oggi – commenta l’on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem, relatore del provvedimento -, con un voto unanime dell’Aula che dimostra come i tre anni di lavoro sul disegno di legge non siano stati spesi invano, se si considera che inizialmente il M5S era per l’abrogazione dei piccoli Comuni. Un testo di legge che fa dei territori dei piccoli Comuni una fase avanzata e moderna del Paese, riconoscendo la peculiarità di tali realtà ed intervento su aspetti cruciali come i servizi – scuole, trasporti, uffici postali – e lo sviluppo economico. Ora la palla passa al Senato, ed dobbiamo fare in modo che il 2017 sia l’anno decisivo per la chiusura definitiva del provvedimento”.

Di seguito, le misure principali contenute nel disegno di legge varato alla Camera:

– l’istituzione di centri multifunzionali per la fornitura di servizi in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, autorizzati a stipulare convenzioni e contratti di appalto con gli imprenditori agricoli;
– lo stanziamento di 10 milioni di euro per il 2017 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023, destinati a finanziare interventi in tutela dell’ambiente e dei beni culturali, mitigazione del rischio idrogeologico, messa in sicurezza delle scuole, l’acquisizione delle case cantoniere e ferrovie disabitate per realizzare circuiti turistici e promuovere la vendita di prodotti locali;
– il riconoscimento ai piccoli Comuni della funzione di sviluppo socio-economico del loro territorio, da esercitarsi obbligatoriamente in forma associata attraverso le Unioni di Comuni e le Unioni montane di Comuni;
– la semplificazione e l’accesso a norme che consentono la diffusione della banda ultralarga nelle aree cosiddette a fallimento di mercato;
– la possibilità di realizzare, anche in forma associata e d’intesa con la Regione, iniziative per sviluppare l’offerta complessiva dei servizi postali congiuntamente ad altri servizi in specifici ambiti territoriali, attraverso la rete capillare degli uffici postali;
– il consumo e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile. La legge prevede una serie di norme per facilitare e promuovere la vendita diretta dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile, cioè quelli per i quali le aree di produzione e trasformazione sono poste a una distanza non superiore a 50 chilometri di raggio dal luogo di vendita e in assenza di intermediari commerciali.
agevolazioni nella rete dei trasporti delle aree rurali e montane. Per questi territori la legge predispone un Piano per i trasporti con particolare riguardo al miglioramento delle reti infrastrutturali, nonché al coordinamento tra i servizi, pubblici e privati, finalizzati al collegamento tra i comuni delle aree rurali e montane, e con i comuni capoluogo di provincia e regione e un Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane, con particolare riguardo al collegamento dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione.
recupero e riqualificazione dei centri storici, mediante interventi integrati che prevedano il risanamento, la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio, promuovendo la creazione di alberghi diffusi in una logica di efficientamento energetico e di antisismica secondo la metodologia delle “Green Communities”.

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