Alpinismo

Laila Peak, iniziato il recupero del corpo di Leonardo

ISLAMABAD, Pakistan – Ieri sono arrivati i poliziotti e portatori d’alta quota da Hushey, alcuni li conosciamo: sono affezionati agli italiani, è gente alpinisticamente brava e preparata a fare soccorso da due guide alpine italiane Michele Cucchi e Maurizio Gallo, buon amico tra l’altro di Carlo Cosi. Appena il meteo si aggiusterà potranno salire dalla base del Laila Peak per 800 metri di dislivello a recuperare il corpo di Leonardo dalla sua montagna per trasportarlo al campo base, dove la pietà dei suoi compagni e l’aiuto dei locali consentiranno di dare esecuzione alla volontà della famiglia.

Le complesse procedure di recupero e trasporto di un corpo in e dal Pakistan e i costi molto elevati non hanno facilitato la scelta, anche se la soluzione della cremazione al campo base è quella più logica e che consente il rientro dei “quattro” alpinisti tutti insieme. I funerali a Muggia, paese di Leonardo, saranno decisi poi.

L’ambasciatore Stefano Pontecorvo e la sua più stretta collaboratrice Elena De Vito hanno seguito le operazioni con l’aiuto del Generale Brigadiere Akram: un grande amico dell’Ambasciata che si adopera ogni qualvolta ci sono problematiche alpinistiche, spesso in consultazione con gli italiani che in quell’area sono da anni presenti anche per la realizzazione del parco nazionale del Karakorum Centrale, che ad Hushey ha uno dei suoi accessi.

Leonardo Comelli, come i suoi amici Zeno Cecon, Enrico Mosetti e Carlo Cosi erano entusiasti della loro avventura sul Laila Peak, una guglia di ghiaccio affilata che fa sognare. L’avevano ben preparata e con passione e tecnica la stavano salendo. Si stavano ancora acclimatando e forse per questo, oltre che per la troppa neve accumulata, avevano deciso di rientrare a 150 metri dalla vetta.

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