Alpinismo

Caserma e polizia sulla Nord dell’Everest

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PECHINO, Cina — Una caserma di polizia a 5.200 metri di quota. E folte pattuglie di controllo in tutta la zona ai piedi del versante Nord dell’Everest. Questa l’iniziativa presa dal governo cinese per contrastare l’aumento della criminalità nel territorio tibetano che circonda la montagna più alta del mondo, dove, secondo le statistiche, ci sarebbero troppi ladri, truffatori e prostitute.

Il drastico provvedimento è stato annunciato nei giorni scorsi dalle autorità cinesi, preoccupate per la crescente delinquenza nella zona dell’Everest dovuta al crescente afflusso di turisti, trekkinisti e alpinisti nella zona.
 
Nel corso degli anni, secondo le statistiche presentate dal governo, gli alpinisti di rientro dall’Everest avrebbero denunciato sempre maggiori furti di cibo, bombole di ossigeno e materiale alpinistico. Mentre i turisti sarebbero sempre più spesso vittima di truffatori che si spacciano per guide o vendono materiali difettosi. Significativo, secondo le statistiche, anche l’aumento di prostituzione e gioco l’azzardo.
 
Il governo cinese ha quindi deciso di usare il pugno di ferro. Secondo quanto riferito dal Tibet Daily, l’avamposto di polizia posto a 5.200 metri, nei pressi del campo base Nord dell’Everest diventerà una vera e propria stazione di polizia, completa di personale e di ogni dotazione.
 
I poliziotti, secondo quanto riferito dal comandante Zhang Shoucheng, dovranno garantire la sicurezza in tutta la zona e aiutare nelle operazioni di pulizia del campo base per preservare l’ambiente dell’Everest. Ovviamente, diverse pattuglie saranno destinate al controllo dei confini, per evitare l’espatrio in Nepal dei tibetani.
 
Non sono però stati forniti dati sulla crescita del turismo nella zona, che tra l’altro la primavera scorsa è stata completamente chiusa all’accesso di trekkinisti e alpinisti in occasione della salita in vetta della fiamma olimpica. E che pare subirà forti limitazioni anche l’anno prossimo, per "ragioni ambientali". Ma secondo indiscrezioni ancora da confermare, dietro ci sarebbero ragioni politiche e fra le possibili cause di nuove restrizioni ci potrebbe essere un’ipotetica visita del Dalai Lama in Tibet l’anno prossimo.
 
Sara Sottocornola

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