KATHMANDU, Nepal — E’ iniziato il tentativo di Fredrik Eriksson e Jörgen Aamot sul Kangchenjunga. I due alpinisti sono partiti sabato dal campo base e in questo momento, dovrebbero trovarsi ad oltre settemila metri di quota. Nei prossimi giorni tenteranno di raggiungere la vetta del colosso nepalese, 8.586 metri, per poi tentare la discesa con gli sci dell’intera parete, fino al campo base.
Eriksson, svedese, e Aamodt, norvegese, sono partiti dal base con gli sci in spalla e senza bombole d’ossigeno: hanno passato le scorse settimane a perfezionare l’acclimatamento, installando i primi due campi alti, e vogliono tentare la vetta senza alcun ausilio esterno.
"Abbiamo raggiunto campo 1 – ha annunciato Eriksson nel weekend -. Tempo splendido e neve ottima. Abbiamo avuto solo un problema: il vento aveva portato via la nostra tenda e l’aveva fatta cadere in un crepaccio. Per fortuna l’abbiamo recuperata".
Ieri, i due hanno proseguito verso campo 2 e oggi dovrebbero trovarsi intorno ai 7.800 metri, dove i due hanno intenzione di installare campo 3. E, secondo il loro piano di battaglia, domani dovrebbero tentare la cima. In giornata, completeranno la discesa con gli sci: hanno calcolato di poter percorrere i 3100 metri di parete che dalla vetta scende fino al campo base nel giro di cinque ore.
Se ci riuscissero, sarebbe una prima assoluta. Nessuno, infatti, è mai sceso con gli sci dal Kangchenjunga, la terza montagna più alta della Terra. Ma i due alpinisti-sciatori puntano molto più in alto: l’estate prossima tenteranno di scendere con gli sci anche il K2, 8.611 metri, e l’anno successivo l’Everest, con i suoi insuperabili 8.848 metri.
Ericsson, nella sua carriera, è già sceso con gli sci da da altre 3 montagne di oltre ottomila metri: lo Shisha Pangma, il Gasherbrum II e il Dhaulagiri.
Sara Sottocornola
