Alpinismo

Mondinelli in vetta: bello volare a quota settemila

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Updated KATHMANDU, Nepal —  "Che bello volare così in basso". Queste le prime parole pronunciate stamattina da Silvio Gnaro Mondinelli sulla vetta del Baruntse, 7.139 metri di quota. Dopo oltre un anno dalla conquista del suo 14esimo ottomila senza ossigeno, il "re degli ottomila" è tornato a calcare una cima himalayana riscoprendo l’emozione di osservare dal basso quei giganti che per anni ha sovrastato. Ecco le prime impressioni sulla salita: dura, per il freddo pungente e la neve fresca che copriva la traccia, ma anche tecnica e bellissima.   

Mondinelli e compagni sono partiti nelle prime ore del mattino da campo 2, a circa 6.300 metri di quota. Ha battutto traccia per sei ore, in mezzo metro di neve fresca, e verso le 8, ora nepalese, era in vetta. Poco dopo di lui, sono arrivati lassù due compagni di spedizione, Marco Mabellini e Alice di Verona, e due Sherpa.

"La salita è piuttosto tecnica – racconta Mondinelli -. Soprattutto alla fine, sopra i 6.800 metri, c’è un crestone davvero difficile, ma bellissimo. Abbiamo fissato un po’ di corde per i tedeschi dell’Amical team che saliranno nei prossimi giorni e per fortuna ne abbiamo trovata qualcuna degli americani che sono saliti all’inizio di ottobre, così abbiamo potuto fare più in fretta. C’era molta neve fresca, batter traccia è stata dura".

E lassù, su quella vetta di "soli" settemila metri, l’eroe dei 14 ottomila ha assaporato l’emozione dell’Himalaya guardandolo da una nuova prospettiva."La prima cosa che ho pensato – racconta Mondinelli – è com’è bello volare così in basso. Da lassù vedevo Makalu, Kangchenjunga, Everest, Lhotse. E pensavo: ma come ho fatto a salire quelle montagne così alte? E’ stato davvero impressionante".

"Il panorama lassù è da brivido – prosegue Mondinelli – si vedono tanti ottomila, sembrava davvero di essere nel cuore dell’Himalaya. E’ stata una salita stupenda, ci siamo divertiti. Questo posto è davvero meraviglioso, un vero angolo di paradiso".

La permanenza in vetta, però, non è durata molto. "Faceva un freddo pazzesco – racconta l’alpinista -. Non so quanti gradi sottozero ci fossero, ma si gelava, infatti sono riuscito a fare poche fotografie. Tra l’altro, visto che il cargo con il mio materiale non era arrivato a Kathmandu, indossavo un paio di scarponi del Mario Merelli che ho trovato in un bidone: mi andavano un po’ stretti e avevo freddo ai piedi. Anche la giacca a vento e i pantaloni comprati nei negozietti della città non era il massimo del calore…".

E così, sulla cima, il gruppo si è fermato ben poco. Gli alpinisti hanno velocemente girato i tacchi per rientrare alle tende. Nel giro di tre ore, Mondinelli ha superato il primo tratto di discesa e raggiunto campo 2. Si è fermato a raccogliere materiali e ad aspettare i compagni, con i quali ha poi ripreso la discesa verso il campo base, raggiunto poche decine di minuti fa.

"Ho già fatto una doccia e bevuto una birra – racconta Mondinelli – . Ora mi aspetta un bel pranzo a base di uova fritte, poi sarò come nuovo. Quasi pronto a ripartire verso l’alto…". Ma nonostante la voglia di scalare, per quest’autunno, non ci sono in programma altre salite himalayane. Il gruppo lascerà il Baruntse già domani mattina per rientrare a Kathmandu e poi in Italia.


Sara Sottocornola

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