Cronaca

Valanga sul Tacul: travolti due alpinisti

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CHAMONIX, Francia — Un’altra, spaventosa valanga sul Mont Blanc du Tacul. Esattamente nello stesso punto dove si era staccata la slavina che lo scorso agosto aveva travolto e ucciso 8 alpinisti. Stavolta, il crollo ha travolto una cordata polacca di tre scalatori, due dei quali sono stati trascinati dalla furia della neve per oltre cento metri. Per miracolo, la tragedia è stata solo sfiorata: un alpinista è rimasto sepolto, ma gli altri due sono riusciti a liberarlo entro una decina di minuti, salvandogli la vita.

La valanga si è staccata dalle pendici del Tacul lunedì sera, a circa 4000 metri di quota, ed ha incrociato la via normale che sale sul versante francese del Monte Bianco, dove malauguratamente si trovavano i tre alpinisti polacchi.

Uno di loro, per fortuna, era fuori dal tiro. Ma gli altri due sono stati presi in pieno dall’enorme massa di neve, che li ha travolti e trascinati con sè per un centinaio di metri. Uno degli alpinisti era completamente sepolto dalla neve, l’altro solo parzialmente. E’ riuscito a liberarsi, anche grazie all’aiuto del terzo componente della cordata che si è precipitato dagli amici dopo aver assistito, impotente e terrorizzato, alla scena.

I due, superando lo shock iniziale, hanno tempestivamente cercato il compagno sepolto. Lo hanno trovato quasi subito, hanno iniziato a scavare sono riusciti a liberarlo dalla neve nel giro di dieci minuti al massimo. La velocità con cui hanno agito è stata fondamentale per la vita dell’alpinista, che rischiava di morire soffocato sotto la coltre di neve.

Nel giro di poco, sul posto è arrivato l’elicottero del soccorso alpino che ha trasportato i due feriti all’ospedale di sallanches. A quanto pare, uno dei due ha subito un trauma cranico mentre l’altro alcune lesioni ad una gamba. Entrambi, comunque, non corrono pericolo di vita.

Secondo le prime ricostruzioni, ancora una volta, la valanga sarebbe stata provocata da un crollo del seracco sommitale del Tacul. Sulla montagna, all’inizio del mese, è caduta molta neve fresca che, con il freddo di quel periodo, non ha fatto presa sulla superficie ghiacciata precedente. Su molti pendii oltre i 3000 metri, quindi, ci sarebbero accumuli di neve a medio-bassa coesione che potrebbero risultare pericolosi.   

Nel ricercare tali informazioni, abbiamo notato che la maggior parte delle regioni, fatta eccezione per la Lombardia, sospendono il servizio di informazione su neve e valanghe per tutto il periodo estivo, fino al mese di dicembre. Dato il grande afflusso di escursionisti in alta quota nei mesi estivi, e i fatti di cronaca che vedono anche nel periodo estivo-autunnale molti incidenti causati da slavine, valanghe e crolli di seracchi, ci chiediamo come mai tale servizio non sia attivo tutto l’anno. E abbiamo deciso di lanciare un sondaggio.

Voi cosa ne pensate? Clicca qui per votare!

 

Sara Sottocornola

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