Alpinismo

Manolo, confessioni di un “mago”

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VALTOURNENCHE, Aosta — "L’arrampicata è stata un grande sogno, che mi ha permesso di evadere quando ero ragazzino. Questo per me era importante, vivere quel mondo che a molti sembrava vuoto, soprattutto a chi non aveva una cultura alpinistica". Il "mago dell’arrampicata", Manolo, si racconta. Questa la sua intervista verticale girata mentre arrampica a Valtournenche.

Una voce lenta, calda. Uno sguardo intenso e fermo. Il mito dell’arrampicata, Maurizio Zanolla, in arte Manolo, si confessa davanti alla parete della palestra di Valtournenche, ripreso dalle telecamere del Cervino CineMountain Festival.
 
"Forse in età giovanile ho cercato anch’io di essere il più grande – racconta il "mago" -.  Magari inconsciamente ho tentato di stringere gli appigli più piccoli del mondo, ma mi sono reso conto che c’è sempre un appiglio più piccolo, e bisogna anche saper controllare questa corsa. Alle volte è pura stupidità".
 
"Quest’anno ho compiuto 50 anni – continua un pensieroso Manolo -. Per la vita spero siano pochi, ma per l’arrampicata cominicano ad essere tanti. Per l’alpinismo lo stesso, nel senso che mi sento sempre più distaccato da queste cose. Ma poi in realtà sono inaffidabile, perchè magari mi ritrovo a sognare di aprire nuove vie o cose che non posso più permettermi".
 
E dopo una profonda riflessione ad alta voce su quella che è stata la sua vita fino ad oggi, Manolo smette di parlare e si mette a fare la cosa che sa fare meglio. In un religioso silenzio arrampica armonioso sotto lo sguardo incantato del pubblico.
 
 
 
L’intervista è stata realizzata da Valeria Allievi in collaborazione con Montagna.tv.
 
 
Valentina d’Angella
 
 
Foto courtesy of Fernando.CarrosdeFuego
 
 

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