Cronaca

In pericolo di vita per un tè allucinogeno

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SONDRIO — Un tè allucinogeno potrebbe costare caro a un giovane valtellinese ricoverato in queste ore nel reparto rianimazione dell’ospedale di Sondrio. Il giovane infatti si è sentito male dopo aver bevuto l’infuso a base di stramonio, una pianta velenosa con un’elevata concentrazione di potenti alcaloidi. Una nuova droga, altamente pericolosa, che in questo periodo sarebbe "tornata di moda".

L’episodio è capitato a un giovane ventenne valtellinese, che domenica scorsa si è preparato un tè a base di stramonio, una pianta che cresce spontaneamente su molti terreni, dalla pianura alla montagna e persino sui bordi delle strade.
 
Il ragazzo aveva avvertito dapprima una forte nausea che poi è andata peggiorando. Così i genitori l’avevano portato all’ospedale di Sondrio dove gli era stata fatta una lavanda gastrica ed era stato immediatamente ricoverato nel reparto rianimazione. Col passare dei giorni le sue condizioni sembrerebbero migliorate, ma il ventenne potrebbe essere ancora in pericolo di vita.
 
La bevanda ingerita dal ragazzo sarebbe un tè stupefacente, ritenuto particolarmente pericoloso dagli esperti e sul quale stanno indagando anche i medici del Centro antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo coinvolti per un consulto.
 
Lo stramonio comune è una pianta altamente velenosa a causa dell’elevata concentrazione di potenti alcaloidi. Negli utlimi tempi la autorità valtellinesi hanno riscontrato un notevole aumento del consumo di questa droga da parte dei giovani, molti dei quali dopo averla assunta si sarebbero poi sentiti male.
 
Questo stupefacente in realtà, è conosciuto da tempo, anzi da secoli. Pare infatti che fosse assunto per le sue proprietà narcotiche, sedative ed allucinogene, sia a scopo terapeutico che nei rituali magici dagli sciamani di molte tribù indiane e, in passato, anche dai druidi e dalle streghe europee. Tanto che la letteratura lo ricorda anche con i nomi di "erba del diavolo" ed "erba delle streghe".
 
Ciclicamente, però, in questo periodo dell’anno, che è quello della sua fioritura, il fenomeno si ripropone. Il ventenne ricoverato in ospedale è quindi solo l’ultimo caso di una lunga serie registrati nelle ultime settimane.
 
 
Valentina d’Angella

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