Le Guide alpine e i maestri di sci insieme per la sicurezza in fuori pista
MILANO – Un corso di specializzazione per aggiungere le competenze delle Guide alpine relative all’ambiente montano alle conoscenze dei maestri di sci sulle tecniche sciistiche. È quello che si sta svolgendo questo inverno in Lombardia: esempio virtuoso – che il Collegio delle Guide alpine italiane vorrebbe estendere a tutto il territorio nazionale – di come figure professionali che operano sullo stesso terreno possano lavorare insieme ai fini di una maggiore cultura di montagna e della sicurezza sulla neve fresca, a beneficio del largo pubblico, destinatario ultimo raggiunto per mezzo dei professionisti della montagna.
Se il maestro di sci è la figura professionale abilitata all’insegnamento delle tecniche sciistiche in tutte le specializzazioni, la Guida alpina è il professionista dall’ambiente montano, colui che è in grado di “leggere” le condizioni dei pendii, accompagnare e gestire gruppi di sciatori fuori dai tracciati battuti, e praticare le tecniche dell’autosoccorso. Terreno comune quindi, la montagna, ma competenze differenti sebbene contigue. Parte da qui l’idea di unire le forze e organizzare corsi volti alla sicurezza nelle attività sulla neve in fuori pista. L’obiettivo ultimo è infatti la cultura di montagna: diffondere, cioè, una maggiore consapevolezza nei praticanti, partendo dai professionisti per arrivare al semplice appassionato.
In Lombardia, oltre al nuovo corso di specializzazione rivolto a chi è già maestro di sci e voglia approfondire la pratica in fuoripista, la Guide alpine sono coinvolte anche nei corsi di formazione e di aggiornamento nell’ambito dell’Eurosécurité, il programma che abilita i maestri di sci a livello europeo alla libera circolazione e all’insegnamento in tutti i Paesi dell’Unione.
Le Guide alpine insegnano ai maestri le norme di sicurezza legate agli itinerari e alle linee di discesa, le tecniche di gestione del gruppo nella pratica del fuoripista, la gestione delle emergenze e le tecniche di autosoccorso. E poi ancora aspetti della nivologia, nozioni di orientamento, la lettura dei bollettini valanghe, il primo soccorso.
I rischi connaturati all’ambiente e la mancanza di regole universalmente valide, che rendono quindi necessaria di volta in volta una valutazione delle condizioni ambientali, sono elementi fondamentali dell’andare in montagna e ne rappresentano in parte il fascino e l’attrattiva. Attraverso la cultura e la formazione, prima i professionisti e poi i loro clienti, possono imparare a gestire le situazioni di rischio, arginandolo al massimo delle possibilità.
Per questo il corso di specializzazione costituisce un passo importante ai fini della diffusione della cultura di montagna. Non solo perché la pratica dello sci fuoripista, o freeride, raccoglie un numero sempre più alto di praticanti, ma anche perché i maestri di sci, numericamente superiori alle Guide alpine, potranno a loro volta trasmettere la loro conoscenza ai clienti, insegnando un atteggiamento più sicuro e responsabile sulla neve fresca.
L’esempio di cooperazione che si sta attuando a livello lombardo costituisce per il Collegio delle Guide alpine italiane un modello virtuoso, che si vorrebbe per il futuro estendere a tutto il territorio nazionale.