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Monte Bianco: allarme smog sul versante francese. La valle di Chamonix è la più inquinata di Francia

CHAMONIX, Francia — La Vallée de l’Arve, sul versante francese del Monte Bianco, dove si trova la cittadina di Chamonix, sarebbe la più inquinata di Francia. La notizia, diffusa dalla rete France 2 con un reportage nei giorni scorsi, sta dilagando in queste ore sulla stampa d’Oltralpe e all’estero causando polemiche e sconcerto ovunque. Sulla questione sono intervenuti anche l’Assessorato del territorio e ambiente e l’Arpa Valle d’Aosta, facendo sapere che “L’allarme inquinamento non riguarda il versante italiano”.

Secondo il servizio francese, Chamonix è più inquinata di Lione, Passy, più a valle, più di Parigi. Sembra che all’ospedale di Sallanches siano in cura il 30 per cento di bambini in più che nelle altre zone, perlopiù con tosse cronica. Un medico locale denuncia alle telecamere che lì si respira “Aria mortale”. Gli abitanti della valle intervistati denunciano la presenza di una nebbiolina fissa da smog e odore di fumo, anche oltre i mille metri. Secondo i dati dell’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, raccolti dalla testata, 60 persone muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’inquinamento della valle. Tra le cause, il riscaldamento domestico, il traffico e le industrie.

Il servizio ha scatenato una bufera, soprattutto per le autorità locali, ovviamente preoccupate per il turismo che sostiene la valle. Il prefetto dell’Alta Savoia Georges-François Leclerc ha fatto sapere che “Questa valle è inquinata e nessuno può negarlo. Ma il rapporto France 2 non è rappresentativo del lavoro svolto per ridurre l’inquinamento”. Lavoro che, secondo le autorità, è iniziato qui prima che in ogni altro luogo della Francia.

“Rispetto ai 188 giorni di superamento del limite giornaliero per le polveri PM10 pari a 50 µg/m3 (microgrammi al metro cubo) rilevati a Passy, nel 2014 si sono registrati 14 giorni di superamento nella stazione di fondo urbano di Aosta – Piazza Plouves, e nessun giorno di superamento nella stazione di traffico di Entrèves, situata in diretta prossimità della SS.26 nel tratto soggetto all’intero traffico pesante transitante per il tunnel del Monte Bianco. La normativa europea consente il superamento del limite giornaliero per non più di 35 giorni all’anno” spiega la nota delle autorità italiane.

L’Assessorato ricorda, che “la differenza dello stato della qualità dell’aria, con particolare riferimento alle polveri PM10, è dovuto a un diverso quadro territoriale delle sorgenti emissive: la Vallée de l’Arve presenta maggiore urbanizzazione, con un numero più elevato di fonti di riscaldamento, sorgenti importanti di particolato fine, traffico stradale complessivo più intenso e maggiore presenza di sorgenti industriali. Un’ulteriore importante variabile è rappresentata dalle condizioni morfologiche, territoriali e meteoclimatiche, che possono intervenire in modo molto differente nella dispersione degli inquinanti sui due versanti delle Alpi”.

“Sul versante italiano – dichiara l’Assessore al territorio e ambiente Luca Bianchi – hanno contribuito a una riduzione complessiva delle immissioni di polveri in atmosfera le misure di incentivazione al rinnovo del parco auto, al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici e all’estensione della rete di distribuzione del gas per riscaldamento domestico, adottate a livello nazionale e regionale con il Piano Ari, oltre alle azioni di contenimento delle emissioni industriali, tutte misure tuttora in atto”.

I dati rilevati dalla Rete di monitoraggio della qualità dell’aria sono giornalmente pubblicati sul sito dell’ARPA www.arpa.vda.it e presentati in tabelle di sintesi che evidenziano le condizioni di qualità dell’aria in rapporto ai livelli di riferimento normativi, e gli andamenti sul medio periodo.

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