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Cop20, Fuzzi: ridurre gli inquinanti con breve tempo di vita per limitare il riscaldamento climatico

Sandro Fuzzi
Sandro Fuzzi

LIMA, Perù — A Lima, alla Conferenza mondiale sul Clima in corso dal 1 al 13 dicembre, oggi si parlerà delle strategie di riduzione degli inquinanti con breve tempo di vita che influenzano il clima. L’evento è organizzato dalla Climate and Clean Air Coalition (CCAC). In rappresentanza di EvK2Cnr interverrà Sandro Fuzzi del CNR – Isac che presenterà i dati sulla presenza in atmosfera di Black Carbon ed altri inquinanti rilevati dalla stazione al Laboratorio Piramide ai piedi dell’Everest.

Riduzione degli inquinanti con breve tempo di vita: cosa sono? Perché sono così importanti?
Gli inquinanti con breve tempo di vita, conosciuti anche con la sigla SLCP, sono specie di origine antropica che sono allo stesso tempo clima-alteranti ed inquinanti dannosi per la salute umana. I principali SLCP sono il black carbon. il metano, l’ozono troposferico ed una classe di composti chiamati idrofluorocarburii (HFC). L’importanza di questi composti dipende appunto dal loro breve tempo di vita rispetto ai tradizionali gas clima-alteranti quali la CO2 che, una volta emessa, rimane nell’atmosfera per diversi secoli. Ridurre le emissioni degli SLCP permetterebbe di limitare il riscaldamento climatico nel breve termine, i prossimi 10-20 anni. Resta inteso che per evitare un riscaldamento climatico che possa mettere a repentaglio la vita dell’uomo sulla terra occorre comunque abbattere drasticamente le emissioni di CO2. La riduzione delle emissioni di SLCP è quindi complementare e non sostitutiva della riduzione delle emissioni di CO2.

Quale sarà il suo contributo, cosa andrà a dire a Lima?
A Lima parteciperò a due eventi organizzati dalla CCAC per illustrare le conoscenze sugli SLCP ed i benefici di accoppiare le politiche di riduzione delle emissioni dei gas clima-alteranti già compresi negli attuali protocolli alla riduzione degli SLCP, in particolare modo il black carbon e gli HFC. Evidenzierò inoltre come l’abbattimento delle emissioni degli SLCP sia benefico sia per il clima che per la salute, i classici due piccioni con una fava.

Che importanza ricoprono in questo ambito gli studi che vengono effettuati al Laboratorio Piramide gestito da EvK2Cnr? Come si inseriscono nel contesto più generale?
Il Laboratorio Piramide è uno dei 30 osservatori al mondo dove vengono monitorati i cambiamenti climatici e globali (ed anche quello a maggiore elevazione), nell’ambito del Programma GAW (Global Atmospheric Watch) dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO). Le attività organizzate da Evk2Cnr nell’ambito della collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Bologna e dell’Università di Urbino non si limitano al monitoraggio delle specie clima alteranti e dei SLCP ma esaminano, in collaborazione con altre Università ed Enti nazionali ed internazionali, i loro effetti sullo scioglimento dei ghiacciai e sulla salute.

Cosa possono fare nel futuro gli enti italiani che fanno ricerca e si occupano di queste tematiche per dare il proprio supporto concreto al tema dei cambiamenti climatici?
La ricerca italiana esprime certamente alcune eccellenze nell’ambito dello studio dei cambiamenti climatici e delle azioni di mitigazione e adattamento, ma anche questo campo non sfugge alla cronica carenza di risorse del nostro sistema ricerca. Un secondo aspetto critico è dato dal generale scoordinamento degli Enti e delle Università che si occupano delle tematiche climatiche. Un migliore coordinamento dei vari attori in questo campo permetterebbe senz’altro di migliorare il nostro profilo a livello internazionale ed un utilizzo più efficace delle scarse risorse disponibili.

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