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Italiani bloccati in Himalaya, Adriano Favre: aspettiamo l’elicottero

Il direttore del soccorso alpino valdostano, Adriano Favre (Photo Ansa)
Il direttore del soccorso alpino valdostano, Adriano Favre (Photo Ansa)

UPDATED — KATHMANDU, Nepal — Quattro italiani sono bloccati in Nepal, nella zona dell’Annapurna. Sono Adriano Favre, direttore del Soccorso alpino valdostano, suo figlio, la rifugista del rifugio Ferraro in Valle d’Ayas, un uomo di Roma loro amico. I 4 stanno bene, hanno viveri sufficienti per una decina di giorni e attendono che si liberi un elicottero per potersene andare dal momento che troppa è la neve al suolo. “Abbiamo avuto una tempesta di neve di intensità eccezionale – ha raccontato Favre al Tgr Valle d’Aosta -, ha nevicato per 30 ore di seguito”.

Stando a quanto riferito oggi dall’Ansa, i 4 italiani si trovano al Tukuche Peak, una cima di quasi 7000 metri tra il massiccio dell’Annapurna e il Dhaulagiri. Il loro campo base è a circa 5000 metri di quota. Le precipitazioni nei distretti del Mustang e del Manang sono iniziate lunedì proseguendo fino mercoledì: sono centinaia i turisti che in questi giorni si trovano nella zona, in particolare nel Circuito dell’Annapurna, che è tra le mete preferite del trekking in Nepal.

“Si sono scatenate un po’ di valanghe – ha spiegato Favre al Tgr -, è chiaro che siamo in una situazione un po’ di isolamento. Abbiamo soccorso gruppi di trekker, tant’è che abbiamo ospitato qui al nostro campo sei persone, perché erano praticamente naufragati in questa tempesta di neve”.

“Ho con me mio figlio – ha continuato il direttore del Soccorso alpino valdostano -, la signora del rifugio Ferraro, in val d’Ayas, più un amico di Roma. Stavamo scalando questa montagna, adesso tutte le operazioni sulla montagna sono ferme e stiamo cercando quanto meno di evacuare questi trekker che abbiamo soccorso perché non sono attrezzati per questo genere di intemperie e hanno un tragitto estremamente rischioso per scendere a valle, quindi attendo un elicottero per farli scendere. Posso immaginare che ci siano tantissime persone in difficoltà perché quando uno fa del trekking non pensa di trovarsi in una situazione così estrema”.

Nei prossimo giorni gli italiani cercheranno di recuperare parte del materiale e poi lasciare il campo base il prima possibile. Secondo quanto spiegato da Favre sarà necessario anche per loro attendere l’elicottero e per questo ci vorrà del tempo. “Il problema è che c’è una forte richiesta di elicotteri un po’ dappertutto – ha detto infatti al’Ansa -, quindi siamo in coda ad aspettare. La situazione meteo è a posto, se dura non c’è problema. Ma spostarsi a piedi non è possibile: c’è un metro e venti di neve assestata al suolo. In più fa freddo e questa non sta assestandosi per nulla, non si riesce proprio a fare una traccia per camminare, si va dentro fino alla pancia”.

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