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Senato verso lo stop alla gabella sul Soccorso Alpino

Un'operazione del Soccorso alpino Lombardia (Photo courtesy of Soccorso alpino e speleologico Lombardia)
Un’operazione del Soccorso alpino Lombardia (Photo courtesy of Soccorso alpino e speleologico Lombardia)

ROMA — La tassa sulle richieste di rimborso dei volontari del Soccorso Alpino liberi professionisti sta per essere eliminata. “Approvato questa mattina (ieri mattina, ndr) al Senato, in Commissione referente congiunta Ambiente- Attività produttive, l’emendamento al DL competitività che esenta da imposta di bollo le istanze dei volontari del soccorso alpino per rimborso perdita giornata lavorativa. Grazie al governo e al sottosegretario Zanetti che ha recepito l’interrogazione che ho fatto alcuni giorni fa”, ha scritto sui suoi profili Facebook e Twitter Roger De Menech, il parlamentare del Partito Democratico che alcune settimane fa aveva presentato un’interrogazione sull’argomento. Il decreto sarà calendarizzato per l’approvazione definitiva al Senato nei prossimi giorni.

Dai primi di luglio una circolare dell’Agenzia delle entrate aveva infatti fatto scattare, per tutti i volontari del Soccorso Alpino lavoratori autonomi, l’obbligo di apporre una marca da bollo da 16 euro sulla richiesta di rimborso, da presentare in doppia copia: una tassa di 32 euro su un indennizzo di poco più di 70. Contro il balzello si era mobilitato per primo Fabio Bristot Rufus, responsabile del Soccorso Alpino bellunese, che aveva fatto sapere all’ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate che la tassa non sarebbe stata pagata dai suoi volontari.

Lo stesso presidente del Soccorso Alpino nazionale Pier Giorgio Baldracco, in un’intervista rilasciata a Montagna.tv un paio di settimane, fa aveva preso una dura posizione sulla nuova tassa, definendola un “balzello illegale, illegittimo e offensivo per tutti i volontari”.

A giorni dall’aula del Senato dovrebbe arrivare lo stop definitivo alla nuova gabella. Ma se nessuno si preoccuperà anche di uniformare la situazione, rimarrà il caos: alcune sezioni, infatti, prima d’ora non vevano mai apposto bolli; altre sì, ma di 2 euro. Il tutto in base ad accordi con gli uffici locali dell’Agenzia delle entrate, senza regole certe e uguali per tutti.

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