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Cave sulle Alpi Apuane, via libera al Piano: sì ad ampliamenti e riaperture

Cave di marmo a Carrara (Photo courtesy of Wikipedia.org)
Cave di marmo a Carrara (Photo courtesy of Wikipedia.org)

FIRENZE – Via libera ieri da parte del Consiglio regionale toscano al Piano paesaggistico regionale, senza modifiche rispetto alla versione approvata il 26 giugno dalla Commissione Ambiente. Adesso, trascorsi i 60 giorni per la presentazione delle osservazioni, il Piano tornerà in aula per l’approvazione finale. Hanno votato contro Fratelli d’Italia, Unione di centro e Più Toscana-Nuovo centrodestra, mentre si sono astenuti Forza Italia e Nuovo centrodestra.

Sulla questione cave sulle Apuane, dunque, il Consiglio ha ribadito il compromesso raggiunto in Commissione: no all’apertura di nuovi siti estrattivi, sì all’ampliamento di quelli esistenti e alla riapertura di quelli dismessi da non oltre 20 anni. L’aula ha anche accolto una proposta di risoluzione che impegna la giunta regionale ad arrivare alla formulazione finale del Piano “entro la conclusione della corrente legislatura”, ascoltando tutti i soggetti coinvolti per cogliere le “eventuali criticità che permangono”, così da “rispondere alle aspettative di benessere, anche economico, delle comunità locali senza compromettere, anzi mettendo in valore, il patrimonio territoriale e paesaggistico della Toscana”. Insomma, un piccolo spiraglio per possibili modifiche, visto il forte disappunto sia degli ambientalisti, sia degli imprenditori del marmo.

Per il presidente della Regione Enrico Rossi, il Piano introduce “regole precise, norme generali che superano una situazione di incertezza. In applicazione di una legge, la Galasso, che risale al 1985, il Piano salvaguarda le vette e le creste delle Apuane, oltre i 1200 metri. Questo è un punto che testa irreversibile. Lo skyline delle Apuane viene tutelato e per il resto si lavora, ma con nuove regole”. Inoltre, il documento “parifica le situazioni interne ed esterne al parco” regionale delle Alpi Apuane e prevede l’obiettivo di lavorare in loco il 50% del materiale estratto: “Siamo convinti che questa ricchezza unica al mondo può dare più lavoro e che si possono conciliare lavoro, libertà di impresa e tutela delle Apuane. Non siamo soli, dalla nostra parte ci sono le istituzioni locali, i sindacati e anche la parte più sensibile e avvertita degli imprenditori”.

Imprenditori che ieri, dopo due giorni di serrate e proteste per un Piano a loro avviso dannoso per l’occupazione e l’economia dell’area, sono tornati a lavoro. Sul fronte opposto gli ambientalisti. Per Avaaz, l’associazione che prima dell’approvazione del documento in Commissione Ambiente aveva promosso una petizione appoggiata da molti intellettuali, il via libera di ieri “segna la vittoria della lobby del marmo e la sconfitta della giunta Pd di Enrico Rossi”. Questa, spiega il rappresentante di Avaaz in Italia Luca Nicotra “è la legge che volevano le aziende del settore lapideo e che è stata servita loro su un piatto d’argento da un Consiglio regionale asservito ai loro interessi. Si è arrivati al paradosso di avere un Piano di ‘tutelà del paesaggio che invece di chiudere le cave nel parco, consente che ne vengano aperte di nuove”.

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