Alpinismo

Muore durante il trekking verso lo Shisha

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LHASA, Tibet — E’ stato stroncato all’improvviso dalla rottura di un’arteria, durante il trekking di avvicinamento al campo base. Così è morto l’alpinista americano Ray Yeritsian, che quest’autunno voleva scalare lo Shisha Pangma (8.027 metri).

Yeritsian, di origine armena, è morto nella cittadina di Nyalam, 3.750 metri di quota, qualche giorno fa. Nei prossimi giorni il suo corpo verrà rimpatriato negli Usa, dove lo attendono la moglie e i familiari.
 
Lo sfortunato alpinista faceva parte della spedizione "Dream Shishapangma" organizzata dall’Asian Trekking: un piccolo gruppo che contava, oltre a Yeritsian, un alpinista francese (Jean-Christophe Albert Ludot), un australiano (Blair Falahey), e tre Sherpa.
 
Il gruppo doveva essere già al campo base dall’11 settembre, ma una frana aveva ritardato il cammino.
 
Yeritsian, alpinista con esperienza nel Pamir, nel Caucaso, nello Yosemite e nell’America Centrale, ha scalato l’Aconcagua e il McKinley, ma non ha mai avuto fortuna con gli ottomila. Aveva tentato l’Everest nel 2000, ma venne fermato da un infortunio. L’anno dopo il maltempo mandò a monte anche un tentativo sul Lhotse.
 
Sara Sottocornola

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