AlpinismoAlta quota

Partita la spedizione di Urubko e soci al Kangchenjunga. Ecco di dettagli del progetto

Il team a Kathmandu (Photo facebook Adam Bielecki)
Il team a Kathmandu (Photo facebook Adam Bielecki)

KATHMANDU, Nepal – “Se guardi la parete nord del Kangchenjunga tutte le vie ad oggi salgono da sinistra, come al Broad Peak, per esempio. È da tanto tempo che ho in mente di aprire una nuova via: io e il mio amico Sergey Samoilov avevamo pensato in passato di provare a scalare il lato destro della parete, perché crediamo ci siano buone possibilità”. Questo il progetto di Denis Urubko, partito da pochi giorni per il Kangchenjunga insieme ai compagni Adam Bielecki e Alex Txikon. Dopo aver trascorso alcuni giorni a Kathmandu, il team ha iniziato l’11 aprile il cammino verso il campo base.

Il trekking che porterà gli alpinisti ai piedi del colosso himalayano è un viaggio di oltre 10 giorni, che si articola in vallate selvagge e poco turistiche. Il 12 aprile Adam Bielecki faceva sapere tramite Facebook di aver raggiunto Taplejung, e che secondo i programmi il giorno dopo avrebbero proseguito in jeep per Mitlung.

Una volta che saranno ai piedi della parete nord, gli alpinisti inizieranno la fase di acclimatamento e studieranno la parete, per capire in base alle condizioni, quale potrebbe essere la linea più sicura da seguire. Secondo l’idea di base però, cercheranno di individuarla sul lato destro della parete, come Urubko ci ha spiegato nella video intervista che ci ha rilasciato alla fine di marzo in occasione dei Piolet d’Or.

“Non è possibile dire adesso esattamente dove salirà la via – ci ha spiegato il campione kazako -, anche perché ci sono tanti seracchi a destra e al centro della parete. Per noi sarà necessario trovare una via che passi in mezzo ai seracchi, evitando i punti troppo pericolosi”.

Bielecki, Txikon, Urubko, Sinev, Braun e Petrow (Photo facebook Adam Bielecki)
Bielecki, Txikon, Urubko, Sinev, Braun e Petrow (Photo facebook Adam Bielecki)

Un obiettivo ambizioso ed esplorativo quello che il gruppo si è prefisso, come dimostra anche solo il fatto che le tante spedizioni dirette al Kangchenjunga quest’anno saranno tutte sul lato meridionale dell’ottomila.

“È una bella sfida per gli alpinisti che vogliano fare qualcosa di nuovo nell’alpinismo – ha detto ancora Urubko -, che vogliano provare a fare qualcosa di diverso da quello che è già stato fatto dagli altri scalatori”.

Ed è sicuramente un team di eccellenze quello che ha messo insieme il fuoriclasse kazako, che, oltre ad aver salito lui stesso tutti i 14 ottomila senza ossigeno, ha alle spalle 2 ottomila in invernale che ha scalato con Simone Moro (prime invernali di Makalu e Gasherbrum II) e alcune vie nuove sempre sulle cime più alte del mondo. Ci sono con lui, infatti, Aklex Txikon, forte himalaysta basco e il polacco Adam Bielecki, che giovanissimo ha salito diversi ottomila, tra cui il K2 nell’estate 2012, il Gasherbrum I nell’inverno 2012 e il Broad Peak nell’inverno 2013 (entrambe prime invernali).

“Per me è molto bello e interessante condividere le esperienze in montagna con altre persone – ha spiegato Urubko -. Io avevo già scalato con Alex Txikon, vicino a Bilbao, su roccia e anche nei Pirenei. Questo inverno invece, nei primi giorni di marzo sono andato in Polonia e ho scalato con Adam Bielecki sui monti Tatra. Mi ha mostrato lo stile dell’alpinismo polacco, come affrontino d’inverno condizioni molto difficili in montagna, su ghiaccio, misto. Abbiamo scalato insieme 4 vie che Bielecki aveva già salito molti anni fa, ma per me è stata una novità, una cosa nuova. È stato importante per trovare il feeling, la sintonia nello scalare insieme”.

Secondo quanto riferisce il sito spagnolo Desnivel, in viaggio con loro ci sono anche i russi Artem Braun e Dmitri Sinev e il bulgaro Boyan Petrov, diretti alla nord ovest del Kangchenjunga, che tenteranno di salire dalla via degli inglesi. Da questa via Urbko, Txikon e Bielecki potrebbero scendere dopo essere arrivati in cima.

Guarda la videointervista a Denis Urubko

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