Alpinismo

Urubko: “K2 Nord, la scalata della vita”

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ASTANA, Kazakhistan — "E’ l’impresa più importante della della mia carriera. Anzi, della mia vita". Con queste parole Denis Urubko parla dell’imminente tentativo di aprire una via nuova sulla parete Nord del K2. La partenza è fissata per il prossimo 10 agosto.

"Il K2 è la montagna più difficile del mondo – spiega Urubko -, può essere considerado come il limite di ogni uomo. Ed è anche il mio sogno. Confido che questo sarà un anno indimenticabile".
 
Parole intense, che lasciano trapelare la grandezza dell’impresa che Urubko sta per affrontare e la voglia, la determinazione di riuscirci. Un progetto a lungo sognato, discusso, pensato. Che finalmente è giunto il momento di concretizzare: è questione di poche settimane.
 
Il 10 agosto, Urubko partirà con l’amico e compagno di cordata Serguey Samoilov alla volta di
Kashgar, Cina. E da lì raggiungerà la base dell’ostile parete nord del K2, la seconda montagna più alta della terra (8.611 metri).
 
Vogliono aprire, in puro stile alpino, una nuova linea di salita su quel terribile versante. Una parete di 3300 metri, con difficoltà di misto intorno all’M6 e di roccia intorno al 6b, che termina con un’affilata e insidosa cresta oltre gli ottomila metri.
 
Difficoltà tecniche accentuate dalla rigidità del clima sul gigante pakistano, e dai repentini e imprevedibili cambiamenti del meteo. Ma Urubko si sta preparando da mesi a questa spedizione, con regolarità e intensità. Vuole essere pronto a dare il tutto per tutto.
 
"Dopo la salita al Dhaulagiri di questa primavera – racconta Urubko – mi sento in forma. Ora mi trovo nel Tien Shan, sul Khan Tengri con un gruppo di giovani dell’esercito kazako. Mi sto allenando e acclimatando, così come Serguey sta facendo sul Peak Lenin (7134 metri), nel Pamir. A fine luglio torneremo a casa e ci prepareremo a partire per la Nord del K2".
 
Successo o no, questa sarà l’impresa dell’anno. La più ardita, la più difficile, la più incredibile. Qualcuno stenta ancora a credere che oseranno davvero provarci.
 
Ma di sicuro, nel panorama internazionale Urubko e Samoilov  sono tra i pochi che hanno le carte giuste per tentarla. Ma l’ultima parola dovrà metterla il destino, e fino ad allora, si resta col fiato sospeso. 
 
 
Sara Sottocornola
 

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