Alpinismo

GII Nord: gli italiani superano il pilastro

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(UPDATED) CAMPO BASE GII NORD, Cina — Ce l’hanno fatta: hanno superato il primo, grosso ostacolo della salita, e lo hanno fatto in quattro e quattr’otto. Daniele Bernasconi, Karl Unterkircher e Michele Compagnoni, hanno salito e superato l’insidiosa torre di roccia che porta direttamente al pianoro sotto lo spigolo Nord del Gasherbrum II (8.035 metri).

"Siamo stanchi morti – ci ha raccontato Unterkircher qualche minuto fa -. Ma contenti: oggi abbiamo finito di attrezzare il pilastro con altri 600 metri di corde fisse, e abbiamo imbastito il traverso per sbucare sul pianoro di campo 1 al livello della neve".
 
Finalmente qualcuno ha messo le mani su quel pilastro. Inviolato, vergine, mai toccato da nessuno eppure così intuitivo. Per superarlo ci sono voluti tre giorni di lavori serrati sulla parete e oltre 900 metri di corda fissata a pochi metri dal crollo di giganteschi seracchi. 
 
"Abbiamo attaccato il pilastro tre giorni fa – racconta Michele Compagnoni -. Ma dopo soli due tiri, io e Karl abbiamo dovuto interrompere perchè uno dei seracchi che scendono dal ghiacciaio ci ha quasi investito. Siamo ripartiti il giorno dopo, tutti insieme, stando un po’ sulla destra, fuori dalla loro portata. E abbiamo avuto ragione".
 
Il tratto di cui parla Compagnoni è quel torrione di roccia nera che nella foto si vede svettare a destra, appena sopra la conca del campo base avanzato. Superato il bastione, gli alpinisti hanno individuato il pianoro di neve dove allestiranno il primo campo, ad una quota di 5.850 metri circa.
 
"Siamo riusciti ad attrezzarlo con i pochi chiodi che avevamo – prosegue Unterkircher -, più qualche friend e nut. La roccia è un po’ friabile in alcuni punti ma non è verticale, quindi abbiamo potuto procedere velocemente ed uscire in fretta dal tiro di questi seracchi che sono davvero mostruosi".
 
Insomma, era un tratto tutt’altro che semplice. Ma questo terzetto d’assi all’italiana se l’è sbrigata con una semplicità e una professionalità da manuale.
 
Gli spagnoli nel frattempo stanno tentando di avanzare sulla via aperta anni fa da Nives Meroi e Romano Benet. Una via più lunga, che aggira sia il pilastro che lo spigolo salendo sulla sinistra, con diversi saliscendi e salti verticali tra creste e cornici a forte rischio valanghe.
 
Una lunghezza e un pericolo che l’anno scorso costrinsero la spedizione dello svizzero Ueli Steck a ripiegare sulla cima del GII Est, rinunciando all’obiettivo principale.
 
Gli italiani proseguiranno invece sulla linea diretta individuata da Agostino Da Polenza sullo spigolo Nord. "Questa via dovrebbe essere più sicura e più veloce – spiega Da Polenza, che segue giornalmente la spedizione da Bergamo -. La neve, quest’anno, dovrebbe essere poca, ma solo salendo i ragazzi potranno davvero constatare quali sono le condizioni reali della parete e dello spigolo".
 
Nei prossimi giorni, la montagna rivelerà quale dei due itinerari sarà il più corretto. "Ora il tempo si è messo al brutto – conclude Unterkircher -, percui domani non potremo scalare. Ma nei prossimi giorni vogliamo montare campo 1, speriamo che il sole torni presto a splendere".
 
Sara Sottocornola
 

Foto archivio Comitato Ev-K2-Cnr

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