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Paura in Dolomiti: enorme frana sul massiccio della Civetta. Cancellate le vie Piussi e Livanos

Crollo sul Civetta - Photo courtesy Corriere delle Alpi
Crollo sul Civetta – Photo courtesy Cnsas Veneto

(Updated) ALLEGHE, Belluno — Un forte boato. E un enorme polverone che si eleva sulla montagna appena spruzzata di neve. Sono circa 50mila i metri cubi di roccia crollati ieri pomeriggio dalla parete nord-ovest del Civetta, a destra della Cima Su Alto. L’enorme frana, per fortuna, non ha provocato nè morti nè feriti. Ma ha cancellato alcune famose vie alpinistiche del massiccio, come la Piussi-Molin-Anghileri e la Livanos-Gabriel.

A lanciare l’allarme al 118 è stato un uomo del Soccorso alpino della Val Pettorina, che ha assistito al crollo da San Tomaso Agordino. Immediatamente si è alzato in volo l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha verificato l’eventuale presenza di persone nella zona del crollo. Per fortuna, i sopralluoghi hanno dato esito negativo, anche se alcune tracce fresche di ciaspole sono state rilevate molto vicino al perimetro della frana.

“È venuta giù una porzione importante di montagna – hanno detto gli uomini del soccorso alpino – tra l’altro di pregio dal punto di vista alpinistico, con vie molto conosciute”. Dal Cnsas fanno sapere infatti che “il pilastro caduto è il “pilastro Piussi”, e con lui sono sparite la via Livanos, la via Piussi-Molin-Anghileri. Sulla parte bassa è stata interessata anche la via Andrich-Zancristoforo-Bianchet. La Ratti-Vitali invece è al margine destro della frana e dovrebbe essere a posto”.

Ieri ha potuto avvicinarsi alla zona soltanto l’elicottero, perchè la zona del crollo continuava a scaricare e risultava troppo pericolosa da raggiungere anche a causa delle recenti nevicate. Secondo le prime rilevazioni il distacco ha avuto un fronte di 50 metri a 400 metri d’altezza sopra lo zoccolo basale, ma nei prossimi giorni verranno effettuati rilievi più precisi. Ad occuparsi delle analisi sarà probabilmente Marco Dubbini, docente di geografia all’università di Bologna, lo stesso che ha studiato il distacco sul Sorapiss a inizio ottobre.

La stazione di zona della guardia Forestale terrà monitorata la zona, che risulta ancora pericolosa. Il vice comandante del Corpo forestale di Belluno, Isidoro Furlan riferisce che nei prossimi giorni verranno chiusi agli escursionisti, per precauzione, il sentiero 560 che dal rifugio Tissi porta al Vazzoler e il 555 che dalla Capanna Trieste porta sempre al rifugio Vazzoler. “Si tratta di un provvedimento cautelativo che durerà una ventina di giorni” ha spiegato Furlan.

 

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