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Mediterraneo, emergenza caldo

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ROMA — Le ondate di calore del 2003 potrebbero diventare la norma entro la fine del secolo. I giorni di temperature massime in tutto il Mediterraneo potrebbero aumentare di cinque volte e le ondate di calore potrebbero aumentare dal 200 per cento al 500 per cento.

Questi i risultati dello studio dei ricercatori dell’università americana di Purdue e del Centro Internazionale Abdus Salam di Fisica Teorica di Trieste emersi dall’esame di 21 paesi. Le zone più a rischio sono la Francia occidentale e le coste della Spagna e della Libia.
Anche l’Italia verrà fortemente colpita dall’ondata di calore. In particolare, le coste soffriranno maggiormente, perchè al caldo si sommerà l’umidità.
 
Il dato più preoccupante riguarda il numero di giorni di caldo torrido: se attualmente si registrano 8-10 girni in tutto l’anno, in futuro si potrebbero raggiungere i 40 giorni di "sol leone". Entro qualche decina d’anni si potrebbe arrivare ad avere le temperature  medie che ora caratterizzano il periodo più caldo dell’anno, nel periodo più freddo.
 
Un anticipo di quanto potrebbe accadere nel futuro prossimo lo abbiamo avuto nell’estate del 2003, quando sono morte 35mila persone in tutta l’area del Mediterraneo.
 
Ma i problemi non si fermano qui. I cambiamenti meterologici causeranno zone di alta pressione sull’Atlantico, deviando le perturbazioni verso nord. In questo modo, al sud non solo si raggiungeranno temperature record, ma la situazione sarà ulteriormente aggravata dalla siccità.
 
L’unico rimedio proposto dagli scienziati é una drastica diminuzione delle emissioni di gas serra: questo potrebbe diminuire del 50 per cento gli effetti del riscaldamento. Il mantenimento dei valori attuali delle emissioni non sarebbe infatti sufficiente. Solo una forte politica di diminuzione potrebbe forse ottenere risultati migliori di quelli previsti dalla scienza.
 
 
 
Candida Cereda

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