News

Storia di un portatore in cerca di fortuna

immagine

ISLAMABAD, Pakistan — A volte nella vita ci sono storie che si ripetono, persone che si ritrovano, vite che si incrociano provvidenzialmente e inaspettatamente. Maurizio Gallo, che si trova in Pakistan per il progetto Karakorum Trust, ci racconta la storia di Ali Abbas: portatore prima, cercatore di fortune oggi.

"Ho conosciuto ali abbas 13 anni fa – racconta Maurizio Gallo -. Era uno dei portatori di fiducia della spedizione scientifica che studiava la geofisica del Karakorum. "Di fiducia" perchè portava lo strumento piu importante e delicato.
 
Dovevamo attraversare un passo sconosciuto a tutti, che consente la traversata da Shigar ad Haramosh. Dopo varie avventure – al primo tentativo siamo saliti ad un passo sbagliato e impraticabile per l’ardua discesa sul versante opposto – siamo finalmete arrivati al ghiacciaio giusto e alla forcella giusta.
 
Ali Abbas, giovane portatore di Dassu, era sempre con me nel primo gruppo.
 
Avevo con me due corde da 50 metri, piccozze e ramponi per noi, che eravamo in quattro, e poco più. Credevo di potermela cavare bene, "fin troppo materiale" pensavo. Invece avevo già tirato fuori le corde per legare i primi 10 portatori e farli passare sulla zona crepacciata che portava alla forcella, quando mi sono affacciato sul passo ho visto quello che mi aspettava: una discesa di almeno 1500 metri di dislivello su un pendio ripido, e soprattutto ghiacciato… Disfatta!
 
Ho mandato indietro quasi tutti i portatori da dove eravamo saliti – prosegue Gallo – e ho tenuto solo quelli strettamente necessari per il nostro materiale e la strumentazione scientifica. Tutti i iveri eliminati.
 
Giù, 1500 metri più in basso, un villaggio di pastori che brulicava di capre e yak, in un verde incredibile per il Karakorum, ci avrebbe accolto e offerto qualcosa da mangiare.
 
Ho fissato le due corde per superare una prima fascia di roccette e lì ho calato la quindicina di portatori rimasti. Il tempo passava velocemente e abbiamo organizzato la discesa successiva: ho iniziato a gradinare come ai vecchi tempi per i portatori. Ma dopo poco ho lasciato perdere: troppo duro il ghiaccio e troppo lungo il pendio.
 
Alla fine abbiamo scelto solo due portatori che sarebbero scesi con noi;  fra questi Ali Abbas con il suo prezioso carico. Per tutta la discesa Ali Abbas ha messo il suo pede a monte del mio, usando i miei ramponi come appoggio.
 
Quando siamo arrivati giù era quasi giorno, e appena appoggiati i piedi sulle prime rocette, Ali mi ha abbracciato, ha scaricato il bidone che portava in spalla, e mi ha regalato l’unica cosa che aveva di suo: la coperta di lana ruvida che serviva come giacca, cappello, sciarpa.
 
Ho ancora a casa la sua coperta che uso talvolta quando mi butto sul divano per una dormitina, e ho raccontato la sua storia a mia figlia Giuditta addormentandola ancora da piccola.
 
Oggi, nel 2007, mi trovo di nuovo a Dassu. In una giornata infuocata sulla parete dove tutto il villaggio sta cercando la fortuna per una pietra di acquamarina, ho incontrato Ali Abbas.
Provava e riprovava a mettere in moto un perforatore davanti ad una piccola cavità che doveva ingrandire con l’esplosivo. Con lui due suoi figli e un vecchio.
 
Appena mi ha visto mi ha ancora abbracciato "alla pakistana" con un braccio solo dietro la schiena.
 
L’occhio non era più lo stesso pieno di vivacità che mi ricordavo. Mi ha detto che non fa più il portatore da quattro anni e che tutti i giorni sale sulla montagna infuocata dal caldo e dalle esplosioni, sperando in qualche scoperta fortunata.
 
Qualcuno in paese ha avuto fortuna – conclude Gallo – e ha trovato delle belle composizioni di acquamarine, quarzi e tormaline. Ma per lui, questa fortuna, non è ancora arrivata.
 
Maurizio Gallo

Foto Maurizio Gallo

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close