Alpinismo

Incidente mortale sul Kanchenjunga

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KATHMANDU, Nepal — E’ precipitato da una cengia, cadendo per mille metri e schiantandosi contro il ghiacciaio. L’alpinista catalano Inigo de Pineda è morto così sul Kanchenjunga, mentre scendeva a valle dopo aver rinunciato alla cima.

L’incidente è avvenuto venerdì scorso. De Pineda si trovava nella parte alta della montagna, a circa 8.200 metri, con il celebre alpinista spagnolo Oscar Cadiach, capo della sua spedizione. 
 
Secondo le notizie fornite ad Explorersweb da Patxi Goñi e Julen Reketa (due alpinisti della spedizione di Cadiach), giovedì pomeriggio De Pineda e il capospedizione avevano deciso di tentare la vetta, nonostante l’ora tarda, mentre loro rientravano per le cattive condizioni della neve.
 
Quella sera, però, Cadiach e De Pineda non sono riusciti ad arrivare in cima e sono stati costretti a un bivacco d’emergenza a 8.250 metri circa, mentre i compagni, trovato campo 2 distrutto dal vento, proseguivano la discesa verso il campo base.
 
Il giorno dopo, Goñi e Raketa, osservando con il binocolo la parte alta della montagna, hanno assistito al tragico incidente. Dal base hanno visto i loro compagni tentare di salire il canalino verso la cima, e poi rinunciare poco dopo. Li hanno visti smontare il bivacco e iniziare la discesa.
 
E pochi istanti più tardi, hanno visto un puntino precipitare per oltre mille metri. Era De Pineda. Il suo corpo è finito su un ghiacciaio sotto una parete strapiombante, e non sembra recuperabile almeno per il momento.
 
Cadiach più tardi ha raggiunto il campo base e i compagni di spedizione, con i quali ora sta programmando il rientro in Spagna.
 
La spedizione basco-catalana guidata da Cadiach era l’unica diretta alla cima del Kanchenjunga in questa stagione. Cadiach ha scalato cinque ottomila, ha aperto alcune vie nuove in Himalaya-Karakorum (su Cho Oyu,  Broad Peak e nelle cattedrali del Baltoro). Nel 2004 era a capo della spedizione che compì la prima ripetizione della Magic Line sul K2.
 
Iñigo de Pineda aveva salito il Cho Oyu, la cima middle dello Shisha Pangma, e l’Aconcagua, l’Elbrus e il Kilimanjaro.
 
Il Kanchenjunga, con i suoi 8.586 metri, è la terza montagna più alta della terra. Il suo nome si può tradurre con la frase "cinque tesori della grande neve", con riferimento ai cinque picchi di cui è composto il massiccio. E’ una montagna difficile e dal forte valore simbolico: sacra per i popoli locali, spesso gli alpinisti non ne toccano la vera cima, restando qualche metro indietro, per rispetto alla loro religione.
 
Sara Sottocornola

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