Alpinismo

Maurizio, ancora vane le ricerche

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OLTRE IL COLLE, Bergamo — Sono passati 6 giorni dalla scomparsa dell’alpinista bergamasco Pierangelo Maurizio sul versate Nord dell’Everest. E di lui non si è ancora trovata traccia, nè sul versante Nord, nè su quello Sud.

Le ricerche, che hanno visto impegnate le squadre di sherpa e di guide delle spedizioni commerciali, hanno setacciato in lungo e in largo campi, pendii e rocce della montagna, ma non hanno ancora dato alcun frutto.
 
"Anche le più forti speranze sono ormai una piccola fiammella" ha scritto ieri sera Marco Astori, alpinista bergamasco che cura i contatti con la spedizione Spirito Libero, sul suo sito web.
 
Secondo le notizie diffuse finora, nessuno ha più incontrato Maurizio dopo il 17 maggio, quando stava salendo verso la cima con Marco Epis, piuttosto in ritardo rispetto a Nadia Tiraboschi e David Borlini che sono poi stati gli unici, del gruppo, a raggiungere la vetta. Tutti e quattro stavano usando l’ossigeno supplementare.
 
Il fatto che Maurizio, nei giorni seguenti, non sia sbucato da nessuna tenda, nè sia stato trovato sulla parete, rende sempre più probabile l’ipotesi di una caduta dalla cresta nella parte alta della montagna, che in alcuni tratti guarda a picco su vertiginosi strapiombi. Ma non è detta l’ultima parola: le ricerche sono ancora in corso.
 
Gli altri tre componenti della spedizione, intanto, si trovano a 5.200 metri, al campo base, dove stanno recuperando le forze dopo l’estenuante salita e discesa dalla vetta. Una salita che li ha talmente sfiancati che al rientro dalla cima, per un tragico scambio di persona, hanno pensato che Maurizio fosse con loro, e si sarebbero accorti della sua scomparsa solo alcune ore dopo.
 
La Tiraboschi e Borlini hanno lasciato campo 3, a 8.300 metri, solo sabato mattina. Intanto, dalla stampa emergono notizie contrastanti sul salvataggio di Marco Epis, che a 8.300 metri avrebbe rischiato di morire senza l’intervento delle guide delle spedizioni commerciali.
Epis, infatti, in condizioni disperate, sarebbe stato trasportato a valle da una squadra di soccorso organizzata da una guida della "7 summits club" sabato mattina.
 
Proprio qualche ora fa Alex Abramov, leader di questo team, ha fatto pervenire ad Explorersweb delle immagini (nella foto) e un report, nel quale dichiara che sabato Epis è stato trovato dalla sua guida russa Sergey Kofanov, vicino a campo 3, riverso nella neve da due giorni e in fin di vita.
 
Astori, sul sito, contesta però questa versione, sostenendo che il soccorso per Epis era già stato organizzato con la "7 summits club" la sera precedente, quando le sue condizioni erano peggiorate per la lunga permanenza in alta quota. E che gli altri bergamaschi, partendo per la discesa, lo avevano lasciato a campo 3 insieme ad un portatore, proprio in attesa di questi soccorsi che poi gli hanno salvato la vita.
 
 
Links: www.fancymountain.com

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