Alpinismo

Shisha Pangma: dramma per Kopold

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SHISHA PANGMA, Tibet — Gli mancavano pochi metri e avrebbe raggiunto la cima insieme al suo compagno Dodo Kopold. Ma l’alpinista sloveno Marek Hudak non se l’è sentita e ha deciso di fare dietrofront, imboccando le corde fisse a ritroso. Da quel momento, di lui si sono perse le tracce e ogni tentativo di ritrovarlo, finora, è risultato vano.

La tragedia è avvenuta martedì scorso. Si spiega così il silenzio attorno al tanto annunciato tentativo di cima di Kopold, il giovane talento sloveno che che in questa stagione ha già salito anche il Cho Oyu (8.201 metri).
 
Un grande successo, sepolto però dal dramma della vicenda avvenuta nella parte sommitale della montagna. Che ovviamente ha reso insensato ogni festeggiamento per la cima raggiunta.
 
"Mentre scendevo dalla vetta mi sono fermato a campo 2 – racconta Kopold -. Le tende erano sepolte dalla neve e Marek non c’era. Ho trovato solo la sua piccozza e un guanto".  
 
I due alpinisti sono saliti dalla parete sud dello Shisha, lungo la via degli inglesi. Il 24 aprile sono partiti dal campo 2 per tentare la cima, e poi si sono separati senza mai più ritrovarsi. Kopold, dopo aver raggiunto la cima, ha pernottato a campo 2 con i coreani. Il giorno dopo è sceso al campo base avanzato, sempre cercando di Hudak, ma senza successo.
 
"Stiamo continuando a cercare – dichiarato oggi Kopold – non molliamo. I coreani, gli unici altri alpinisti impegnati su questa via, ci stanno aiutando. Teniamo tutti le dita incrociate".
 
Hudak è noto per le sue attività nello scialpinismo e nella pallamano, oltre che per le sue eccezionali doti alpinistiche.
 
Sara Sottocornola
 
 

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