Alpinismo

Dhaula, tempesta spazza i sogni di cima

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CAMPO BASE DHAULAGIRI, Nepal — Volevano tentare la cima in questi giorni. Ma sul Dhaulagiri si sono alzati venti di tempesta, che hanno costretto il gruppo di Inaki Ochoa a rinunciare alla salita intorno a 7.000 metri. Così come i kazaki e gli italiani.

"Non era la volta buona". Laconico il commento di Ochoa, che ieri ha rimesso piede al campo base insieme a Horia Colibasanu, Joby Ogwyn e Jorge Egocheaga.
 
Una violenta tempesta li ha colti nella notte che hanno passato ai 6.700 metri di campo 2, dove le tende sono anche particolarmente esposte ai tempi. "Ogni due ore dovevamo uscire a turno per togliere la neve che si impilava nelle tende" racconta l’alpinista spagnolo.
 
Ma gli alpinisti non hanno rinunciato. La mattina sono partiti comunque, e sono saliti per 300 metri. Poi, però, hanno dovuto arrendersi e tornare al base. "La prossima volta – dichiara Ochoa – uniremo le forze con la squadra di Denis Urubko".
 
Gli alpinisti kazaki nei giorni scorsi hanno attrezzato la parete fino a 7.200 metri. Loro, e anche gli italiani del gruppo di Mario Merelli e Mario Panzeri erano saliti a campo 2 e hanno sofferto la notte infernale di tempesta.
 
"Almeno siamo riusciti a portare a campo 2 il materiale necessario a installare campo 3 – ha dichiarato Merelli -. Ora aspettiamo che il meteo migliori. Nei prossimi giorni dovrebbe aprirsi una finestra di bel tempo".
Sara Sottocornola

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