Alpinismo

Cordata italo-spagnola per la Nord del GII

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BERGAMO — La Nord del Gasherbrum II: una delle ultime pareti inviolate di un ottomila, regno dell’ignoto e della verticalità. Simbolo di un alpinismo esplorativo oggi sempre più raro. La parete è nel mirino di una cordata che unisce i migliori talenti d’Italia e di Spagna. E che porta la firma di Agostino da Polenza e della compagine “Al filo de lo imposible”, legata al canale televisivo spagnolo Tve.

Dopo l’annuncio di numerosi progetti, ambiziosi ma quasi tutti provenienti all’est europeo, si profila all’orizzonte una nuova, straordinaria impresa alpinistica. Che per audacia e tecnica, si è guadagnata – ancor prima di partire  – un posto d’onore nella stagione himalaystica del 2007.
 
Gli uomini di punta dell’impresa saranno, da parte italiana, l’altoatesino Karl Unterkircher, il lecchese Daniele Bernasconi e il valtellinese Michele Compagnoni. Tre nomi che spuntano da K2 2004, e che di recente hanno fatto parlar di sé firmando una fila di successi su montagne come Everest, K2, Makalu, Annapurna. Che hanno saputo sfidare il tempo, come Compagnoni sugli 82 quattromila delle alpi, l’ignoto, come Unterkircher sul Mount Genyen, il pericolo, come Bernasconi sull’Annapurna.
 
Dalla penisola iberica arrivano invece, tenetevi forte, Ferrán Latorre, Juan Vallejo, José Carlos Tamayo e Mikel Zabalza. Un gruppo di alfieri dello stile alpino, delle imprese ai confini del possibile, dell’alpinismo esplorativo perfetto. Basti citare l’ultima impresa tentata da Latorre e Vallejo: la salita autunnale alla Nord dell’Everest lungo il terribile Colouir Hornbein, in stile alpino.
 
L’obiettivo di una cordata del genere non poteva che essere d’alto livello. Il Gasherbrum II (noto anche come K4), sito nella catena del Karakorum, è alto 8.035 metri ed è la tredicesima montagna più alta della Terra. La sua salita dal versante sud è considerata una delle più semplici di un ottomila, tant’è che spesso viene scelta come prima esperienza d’alta quota.
 
Ma da nord è tutta un’altra storia. Lì spirano bufere, domina il verticale, imperversano le valanghe. Un regno infernale, che non a caso ospita una delle ultime pareti inviolate di un ottomila.
 
Nel mirino del team italo-spagnolo c’è l’imponente spigolo che emerge dalla parete nord, quasi a disegnare una linea ideale, all’apparenza ovvia, bellissima, ma di estrema difficoltà. Che non più di un anno fa ha costretto a ripiegare anche la spedizione commerciale di Kari Kobler che aveva tra le sue fila il fuoriclasse svizzero Ueli Steck.
 
Per risolvere la via, i ragazzi avranno due mesi, da maggio a luglio. Insieme a loro ci sarà una mini-troupe spagnola che girerà un film-documentario per la trasmissione “Al Filo de lo Imposible”, destinato alla Tve spagnola.
 
A tirare le fila della spedizione sono Agostino Da Polenza, per l’italia, e Sebastian Alvaro per la Spagna. I due “magnate” dell’alpinismo latino hanno tutta l’intenzione di bissare il successo del K2 nel 2004, quando le rispettive le spedizioni giunsero insieme sulla vetta del gigante pakistano.
 
Non sarà facile. Il Karakorum, si sa, non svende la sua purezza. Ma a far la corte al GII, stavolta, ci sarà una cordata di giovani dal talento fuori discussione, con energie, coraggio e passione da vendere. Le premesse ci sono. Non resta che provarci.
 
Sara Sottocornola

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