Alpinismo

Norvegese senza braccia sfida l’Everest

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OSLO, Norvegia — L’anno scorso, l’Everest è stato scalato da un’alpinista privo degli arti inferiori. Ora, invece, è nel mirino di Cato Pedersen, atleta norvegese senza braccia pronto a sfidare i suoi limiti sul tetto del mondo. 

"Dai una possibilità ai tuoi sogni". Con questo motto, e con la ferma convinzione che "Le braccia sono utili, ma anche il mio uncino", Pedersen si prepara ad affrontare la montagna più alta della terra, con la spedizione “Everest Unarmed 2007".
 
Pedersen ha perso il suo braccio sinistro, e metà del destro, in un incidente nel 1973: aveva 12 anni. Ma questo non gli ha impedito di vivere imprese sportive che spesso ci si limita a fantasticare. 
 
Nel suo curriculum, c’è una spedizione al Polo sud, raggiunto con gli sci, trainando la sua slitta, in 56 giorni di fatiche. E non aveva mai trainato una slitta prima. Che abbia una stoffa da atleta, però, lo dicono i numeri: ha vinto 11 medaglie doro alle Paraolimpiadi del 1980, 1984 e 1988.
 
Pedersen non è nemmeno un alpinista, ma nel 2005 è arrivato in vetta al Cho Oyu (8.201 metri), alla sua seconda esperienza in montagna. "L’Everest sarà la terza", ha detto l’audace norvegese.
 
Partirà il 1 aprile e tenterà di salire dal Colle Nord. Con lui ci saranno Odd Harald Hauge, Einar Osland, Camilla Nilsson e Cedric Zulauf. Più un fotografo, un addetto al campo base e otto sherpa d’alta quota.
 
Finora sull’Everest sono saliti: un cieco, Erik Weihenmayer, nel 2001; un uomo con un braccio solo, Gary Guller, nel 2003; un uomo con una gamba sola, Nawang Sherpa, nel 2004; un uomo senza gambe, Mark Inglis, nel 2006. Purtroppo, accanto ai successi, ci sono anche tentativi falliti e tragedie che hanno visto persone disabili perdere la propria vita sui fianchi della montagna.
 
Sara Sottocornola
Foto: Casper Ravnsbaek, courtesy of Explorersweb

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