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Allarme Stromboli: la lava arriva al mare

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LIPARI, Messina — Le sirene suonano d’allarme, la popolazione si allontana dalle coste, le petroliere sono state evacuate e i traghetti dirottati. Il vulcano dello Stromboli, nelle Eolie, si è risvegliato: nell’area sommitale si sono aperte due bocche da cui sta fuoriuscendo lava.

La frattura che ha originato le due bocche si sarebbe aperta oggi, intorno all’una e mezza, alla base del cratere Nord-Est (a 600 metri di quota).
 
Una delle due colate laviche ha già raggiunto il mare e l’altra starebbe per farlo. Non si sono fermate, come accade di solito, nella depressione della Sciara di Fuoco, sul versante nord-occidentale del vulcano. L’hanno superata e sono andate a finire direttamente in acqua.
 
Per ora il cammino della lava ha provocato dei micro-crolli che dagli esperti sono considerati irrilevanti. Ma l’eruzione sta iniziando a minacciare la sicurezza della popolazione dell’isola.
 
Tant’è che per precauzione, le autorità hanno fatto allontanare dalle coste non solo la gente di Stromboli, ma anche quella delle vicine isole di Lipari e Panarea. "Tutto ha funzionato perfettamente, come durante le esercitazioni" ha detto Mariano Bruno, sindaco di Lipari.
 
Lo Stromboli è il più attivo dei vulcani europei, in realtà erutta circa una volta ogni ora. Ma si tratta sempre di scoppi di media intensità: i materiali emessi ricadono nelle vicinanze e le eventuali fuoriuscite di lava vengono condotte, grazie alla morfologia del vulcano, all’interno della Sciara del Fuoco.
 
Ogni tanto, però, dà origine a fenomeni più gravi. Come quello che ha generato l’onda anomala del 30 dicembre 2002, causata da una frana di 2 milioni di metri cubi piombata nel mare proprio dalla Sciara del Fuoco. Oppure come ora.
 
Già da parecchi giorni il monitoraggio dello Stromboli aveva rilevato un preoccupante aumento dell’attività del vulcano. Gli esperti tenuto il fenomeno sotto stretto controllo e stamattina hanno fatto scattare il piano di emergenza, in via precauzionale.
 
Precauzionale perchè, per il momento, nulla fa pensare ad una nuova frana o ad un nuovo maremoto. Almeno queste sono le dichiarazioni del presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi. Ma la Protezione Civile è pronta ad intervenire in caso di necessità.
 
Sara Sottocornola

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